POESIE

mercoledì 30 novembre 2011

Erano giorni di nebbia e suoni








Erano giorni


di nebbia e suoni


quelli che al tempo di Caino


tra lacerati cieli e alte maree


hanno insabbiato


- d'efferata malinconia -


l'alba priva di ogni nome

quale sipario della notte



Forse solo l'onda solerte e gelida


schiaffeggiando le caviglie


mi ricorda


a tratti


che son viva

martedì 29 novembre 2011

Labbra monelle





S'intrecciano pensieri
come nodi
tra i capelli
di quando l'innocenza si spogliò
e come  foglia verde
si concesse prematura al lago

come  donna che nascose
l'ombra di un giorno mai nato
nel  pensiero suo ribelle
e tra labbra monelle
ne serrò ogni incanto

Ubbidiente al canto delle sirene







Non trasformare l'avvicinarsi a quelle sponde


sospeso vaticinio imprigionato

dal lamento al canto




E' un sogno




Se ciò che sento è lo sciabordare delle chiglie

come se fosse una lampara
che mi richiama ancora
al giorno dell'inizio






Pena
e di timore mi temo

per quella luce sinuosa

che assecondando il mare

s'infrange morente sulla riva

insieme all'onda


Effetti di ridondanza sferica



smarrita ogni probabile via di fuga





-nemmeno quella dell'urlo-





che allevia









si cola nel dentro





riproducendo effetti

di ridondanza sferica





eco espansa

di quel vuoto









stupore imperfezione mutevolezza adattamento









il resto è solo conseguenza

Alla ninfea fiorita sull'acquitrino




Eppure era ieri
non tanto tempo fa
solo ieri che la brezza del giorno
sollevava il mio sguardo
dall'umida erba nascosto


non tanto tempo fa
solo ieri
che l'attesa era di cuore in abbondanza
tra maggi fioriti al profumo di spigo


solo ieri ho capito
solo ieri
quando di nuovo ho nascosto lo sguardo
e strappato il sorriso alla ninfea fiorita
sull'acquitrino







lunedì 21 novembre 2011

Donne d'Italia













Vi chiedo solo un attimo d'udienza


mi stringe il corsetto e lunga è la sottana





oh ...


non guardate oggi che son vestita a festa


e di sorella d'Italia ho la corona


mi chiamo Maria e sono popolana


di mestiere lavavo i panni alla fontana


m'hanno chiamato meretrice infame


allora


quando nel '66 sono scesa in piazza


ed era Ottobre a chiedere a San Marco


il diritto d'essere anche io Italiana


nel '61 ho messo la mia faccia


ho fomentato rivolte


armato braccia che cullavano materne


urlato a fianco dei fratelli


per essere uniti sotto uno stesso nome


eppure non m'hanno ripagato


ottant'anni ancora avete combattuto


per esser cittadine sotto lo stesso statuto


a strisce fatte a tricolore


nascoste come visionarie


Noi e Voi

Donne d'Italia dal '46












http://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/2.0/it/

mercoledì 16 novembre 2011

Come d'Ottobre una bianca rosa

Con leggerezza
suoni le secche foglie
d'un incipiente autunno
raccogliendo per me 
gli umori della terra 

Mazzi intrecciati
colorati fiori di pensieri
gioiosa attesa
sospesa
come  d'ottobre una bianca rosa - 

Spogli rami
lunghe dita ad indicare
dolci spine che sorridendo
s'aprono al frutto 

ti prendo a coccole di ginepro 
rosso cupo odoroso come al tramonto 
d'un pallido sole

Disciolta è l'estate
nel suo dolce languire

martedì 15 novembre 2011

La vita vestì a festa le sue lacrime



Si abbandonano suicide le parole

-le mie-
per la verginità del foglio che le brama come cosce d'amante
che nell'inganno t'invoglia a colmare l'arsura
di quando la vita mi scelse
e vestì a festa le sue lacrime
lasciando nel dilemma ogni risposta
Perché io?
Che turbamento in quei bisbigli che soffiano alla mente
"la malinconia è la gioia d'esser tristi"
e violandole t'appassioni alle sensuali forme delle mie colline
e con lo sguardo ne accarezzi i cieli


Liquido flusso di armonie



Così ti sento
alveolo dischiuso e umido
mi accogli come ampolla rotonda 
di pregiato vetro d'alchimia 
mia essenza 
mio prodigio infinito 


rovinoso e inarrestabile 

scivoli di linfa

che è sangue e non si vede 

-finché non si apre la ferita-

ma c'è ed è vitale



svelato nel cerchio 
senza fine e senza inizio

Come di pettirosso sull'ultima neve

Risultati immagini per pettirosso neve dipinto




La bava di vento respira 
nel fumo delle stoppie riarse
al disagio s'arrende
affidandogli i polsi 
serrati con lacci 
a togliere il fiato


Chiedo ai poeti le loro orme leggere 

- come di pettirosso sull'ultima neve -

o il sospiro sospeso fra le loro parole 

o un balsamo

- purché possa lenire


Fosse di nuovo il tempo dell'insonnia


Avessi il suono che di nacchera
gli calpestò la notte
e della notte mi fece padrona




Calda e invitante
al pasto della Luna


Notte
da trattenere
a morsi sulla pelle


Notte
di quando rubai
il sonno degli amanti
con le mie gambe nude ai sedotti mattini
con le aurore a piovere a dirotto
d’anima e destini

Ah!
Fosse di nuovo il tempo
dell’insonnia
delle ore maledette
e delle labbra strette
in cerca d’abbandono


Il lupo

IL LUPO






Verrà lo so
verrà
il giorno dell'alitare gelido
che annebbierà l'aria osservando la preda
al sorriso del lupo

Non è cattivo 
ha il pelo irto e grigio e spinato
ma lecca i cuccioli 
e io so che in quel fiato
lui mi starà accanto
e mi segnerà la strada bucando la neve
e quando il sole farà rosee le chiome dei cipressi
(e ci velerà di nuovo la vista)
saprò lo so 
saprò 
e sarò guarita


Merigge





Non è vicino chi si avverte

nella distanza d'un volgere di sguardo

ma chi ti scrive sul palmo della mano

solchi indelebili

lasciando limo sulle sponde

e germogliando esistenze nuove


Inesauribili traguardi d'estuario

con la certezza di arrivare al mare

Ed è in quel mare che con un cappello di paglia sull'anima

nella merigge aspettai il tramonto

e l'ombra sua allungò

sopra di me

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