POESIE

mercoledì 29 agosto 2012

Ho allineato il battito



Adesso un'eco sola
con l'onda del mare 
in armonia
col vento fragoroso
risuona dolcezza ed allegria

La vita ci fa doni impercettibili
secondo segni imperscrutabili
ci trova unici e talvolta inesauribili

Si avverte come un fremito
un languore 
e l'anima affamata si distende
serena ascolta
il nutrimento che la sazia
e docile si spande

Messe fruttuosa
di semina antica
tramuta l'attesa 
in spiga



lunedì 27 agosto 2012

False prospettive


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Un tempo per pensare
un tempo
un tempo per ricercare tra i pensieri


Incognite che premono
risposte che conoscono la strada
ma che si attardano
scalciando a terra i sassi e a capo chino
percorrono i miei passi
su prospettive sconosciute



venerdì 24 agosto 2012

Di nuovo su Alfonsina Storni


Alfonsina, Alfonsina, vedi quanto ti amano coloro che sanno di te? Come si fa a non amare la tua poesia? Sei anima che sconvolge e travolge. 





Dal sito: curiosidelmare.blogspot.it

Lo straordinario dell’amore e della verità

di Franca Cleis


Di Alfonsina Storni, poetessa argentina di origini ticinesi (nata a Sala Capriasca nel 1892, morta suicida nel Mar della Plata nel 1938) ha scritto ampiamente Monica Pavani in “Leggere Donna” (n. 70 sett-ott. 1998), in occasione dell’uscita del volume di poesia Ultratelefono (Noubs, Chieti 1997, curato e tradotto da Pina Allegrini).
L’occasione per riparlarne la offre ora non un nuovo libro, ma la sesta edizione (rinnovata editorialmente e ora in libreria anche in Italia) dei Poemas de amor (Casagrande, Bellinzona 1988).
Una strana straordinaria storia per un piccolo libro, a suo tempo (1926) e anche dopo, ignorato dai più, diventato dopo quasi un secolo dalla sua composizione, un vero best-seller. Alfonsina Storni era la prima a non credere in questo suo testo, al quale premetteva:

“Queste poesie sono semplici espressioni di momenti d’amore, scritte in pochi giorni, già da qualche tempo. Un così piccolo libro non è dunque opera letteraria né pretende diventarlo… Appena osa essere una delle tante lacrime cadute da occhi umani”.

.
Dunque sono le lacrime a non passare di moda? O è l’amore, che a volte fa piangere, a volte è straordinario, a non passare di moda? Forse si spiega così il successo del libro? Fatto sta che in alcuni villaggi del canton Ticino ai novelli sposi viene donato il libro di Alfonsina Storni, e il sindaco durante la cerimonia, legge uno dei Poemas. Dicono in paese che di solito la sposa si scioglie in lacrime, e lo sposo si commuove… Che i Poemas tocchino corde e svincolino emozioni è certo. Ma un’opera d’arte che commuove fino alle lacrime, diceva un notissimo e antico critico d’arte, nuoce all’opera perché annebbia la vista… In questo caso non si direbbe. Alfonsina, ragazza che sognava di fare l’attrice… non era una donna romantica, e chi si aspetta un testo lacrimoso si sbaglia.

"Amo e sento il desiderio di fare qualcosa di straordinario. Non so che cosa sia. Ma è un desiderio incontenibile di fare qualcosa di straordinario. Perché amo, mi domando, se non per fare qualcosa di grande, di nuovo, di ignoto?" (p. 91).

Alfonsina è stata una donna del popolo, una maestra ragazza-madre, una socialista, è diventata una star della poesia latino-americana, nota anche in Europa dove ha tenuto conferenze, tradotta in francese e in italiano, una donna pubblica, una femminista che si è battuta per i diritti delle donne, una donna ultramoderna (così amava definirsi lei, che ha scelto di vivere senza balaustra e di morire nel mare). Alfonsina come tutte le donne (e gli uomini?) si è innamorata, ma non si è mai sposata, rompendo gli schemi di una società strettamente patriarcale, ha cresciuto da sola l’unico suo figlio, Alejandro, nato quando lei aveva vent’anni. Per non morire ha cominciato a scrivere, di sé e dell’amore, perché era ciò di cui sapeva a quell’età. Della vita, della sua città e del mondo poi. La sua opera completa, che Delfina Muschietti, sta pubblicando attualmente a Buenos Aires (città dove Alfonsina ha vissuto e lavorato) è giunta al primo volume: sono 740 pagine (Alfonsina Storni,Poesía, ensayo, periodismo, teatro, Losada, Buenos Aires 1999). Alfonsina non è qualche lacrima, è un limpido torrente, un dirompente fiume, forse è un mare di verità. O forse è la verità che sta tra il cuore e la mente ad essere straordinaria e obliqua, e che cammina nella direzione del tempo?

."Un altro meriggio presso il fiume che volge al mare, il tuo capo sul mio grembo, immaginavamo che la terra fosse una nave in movimento, che si apriva nello spazio una via sconosciuta. Smarrita la rotta abituale, seguiva a capriccio la nostra volontà e serpeggiando si allontanava sempre più dal sole, verso uno dei margini dell’Universo. Gli occhi socchiusi, aspirando il fresco alito del giugno novello, ci sentivamo sciolti da ogni legame, creatori del cammino, della direzione e del tempo" (p. 173).


giovedì 23 agosto 2012


Incredibile come il dolore dell’anima non venga capito. Se ti becchi una pallottola o una scheggia si mettono subito a strillare...
Se hai il cuore a pezzi e sei così disperato che non ti riesce aprir bocca, invece, non se ne accorgono neanche.
Eppure il dolore dell’anima è una malattia molto più grave.
Sono ferite che non guariscono, quelle, ferite che ad ogni pretesto ricominciano a sanguinare.

Oriana Fallaci

giovedì 16 agosto 2012

La risata - Osho -


Se riesci a ridere di te stesso, va tutto bene.

La gente ride degli altri, mai di se stessa. È una cosa da imparare. Se puoi ridere di te stesso, la serietà se n’è già andata. Non le lasci alcuno spazio se riesci a ridere di te stesso.
Nei monasteri Zen, tutti i monaci devono ridere. La prima cosa che si fa al mattino è ridere, la primissima cosa. Non appena il monaco si accorge che non sta più dormendo, deve saltar giù dal letto, assumere un atteggiamento buffo – come un pagliaccio da circo – e cominciare a ridere, a ridere di se stesso. Non c’è modo migliore per cominciare la giornata.
Ridere di se stessi uccide l’ego, ti rende più limpido, più leggero, quando ti muovi nel mondo. E, se hai riso di te stesso, la risata di chi ride di te non ti potrà certo disturbare. Anzi, stanno semplicemente cooperando, stanno facendo la stessa cosa che hai fatto tu. Ne sarai felice.
Ridere degli altri è egoistico, ridere di sé è molto umile. Impara a ridere di te – della tua serietà e di tutte queste cose. Ti può capitare di prendere molto sul serio la tua serietà. Allora invece di una malattia, ne avrai create due. E in seguito prendi seriamente anche questa cosa, e così via. Non c’è fine a una situazione del genere, puoi continuare fino alla nausea.Così è meglio se l’affronti fin dall’inizio. Non appena senti che stai diventando serio, mettiti a ridere, e cerca dentro di te dove si trova questa serietà. Fatti una risata, una bella risata, chiudi gli occhi e cerca dove è finita: la serietà si trova solo in un essere che non sa ridere.


Non c’è situazione più sfortunata di questa, non si riesce a immaginare qualcuno più disgraziato di un uomo che non sa ridere di se stesso. Per cui comincia il tuo giorno ridendo di te stesso, e ogni volta che trovi un momento libero nella tua giornata… quando non sai cosa fare, fatti una gran risata. Senza motivo – solo perché il mondo intero è così assurdo, solo perché è così assurdo il modo in cui sei fatto tu.
Lascia che la risata nasca proprio dalla pancia, che non sia qualcosa di mentale. Uno può anche ridere di testa, ma allora è una cosa morta. Tutto quello che viene dalla testa è morto, assolutamente meccanico. Certamente, puoi anche ridere di testa, ma la risata non raggiungerà alcuna profondità, non arriverà nella pancia, nell’hara.

Non andrà giù fino alle dita dei piedi, non si espanderà in tutto il corpo. Una risata vera è come quella di un bambino. Guarda come si scuote la sua pancia, tutto il suo corpo sussulta – si rotola sul pavimento. È una questione di totalità. Ride talmente che comincia a piangere; ride così totalmente che la risata si trasforma in lacrime, cominciano a scendergli lacrime dagli occhi. Una risata dovrebbe essere profonda e totale. Questa è la medicina che prescrivo contro la serietà.



[Osho]

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Non sia mai ch'io ponga impedimenti all'unione di anime fedeli; Amore non è Amore se muta quando scopre un mutamento o tende a svanire quando l'altro s'allontana. Oh no! Amore è un faro sempre fisso che sovrasta la tempesta e non vacilla mai; è la stella-guida di ogni sperduta barca, il cui valore è sconosciuto, benché nota la distanza. Amore non è soggetto al Tempo, pur se rosee labbra e gote dovran cadere sotto la sua curva lama; Amore non muta in poche ore o settimane, ma impavido resiste al giorno estremo del giudizio: se questo è errore e mi sarà provato, io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato. W. Shakespeare

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Si dovrebbe, almeno ogni giorno, ascoltare qualche canzone, leggere una bella poesia, vedere un bel quadro, e, se possibile, dire qualche parola ragionevole. Johann Wolfgang Goethe

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