POESIE

giovedì 26 settembre 2013

Stellata fronte




Adesso che un tempo rarefatto
m'appartiene
adesso che abiterò una stella
e forse un pezzo di cielo
o più probabile 
uno sbuffo di vento
(così che riderò sommessa
e gonfierò le guance
se non mi saprai sentire)
... una foglia cadente
o persino un piccolo ramo di quercia
- quando vorrò essere terrena -

Adesso
dicevo
capiterà talvolta
o forse spesso
od ogni tanto
che aprendo la finestra 
per chiudere le imposte
quando si fa notte
getterai lo sguardo in alto
per veder se l'indomani
sarà piovoso o il tempo 
ti grazierà il sereno
ecco
tu sorridi
e se puoi farlo
ridi

Ridi 
e se non puoi
sorridi
quando vedrai
sorpreso
il segno mio che non si confonde
il luccicare d'una lacrima pendente
da un  occhio solo 
nel mezzo 
di quella stellata fronte




lunedì 16 settembre 2013

Niente più del silenzio sa parlare



Niente più del silenzio
sa parlare
e sa farlo
con parole chiare

Sembra tacere
dare tregua nel cammino
e invece ti dice

T'illumina in segreto
la mente stordita
intenta nel capire
e ti da pace

Solo un silenzio
pronunciato
ad alta voce
(rovistando tra la certa
incomprensione)
stana la verità che duole
e si nasconde

Così che all'improvviso
tutto tace
tranne il silenzio
chiaro
dignitoso
e bene - detto

(il dipinto è di Eliana Petrizzi)

venerdì 13 settembre 2013

Un regalo inaspettato







ANTONELLA BORGHINI: "POESIE INEDITE"



Gentilissimo Professor Pardini,
grazie per la richiesta di mie poesie da pubblicare sul suo blog. Ne sono onoratissima.

Che dire, mi chiamo Antonella Borghini, sono nata a Roma e vivo in Toscana.
Scrivo poesie dal 2008, prima le pensavo e basta. E' vero, le pensavo.
Il 5 Marzo del 2008 ho pubblicato sul sito di "Scrivere" la mia prima poesia pensata e scritta. 
Da quel giorno ho trovato il coraggio, o forse la faccia tosta, di farle leggere e non ho smesso più. 
Ho aperto un blog  "L'isola di E'riu" e mi sono persino lanciata nel self-publishing e, con l'aiuto del Professor Omero Sala (che ha curato "le istruzioni per l'uso" ), ho pubblicato una raccolta con LaFeltrinelli.it dal titolo "Purpurea malerba".
Tutto qua. 
Ringraziandola di nuovo per questo regalo inaspettato le stringo virtualmente la mano.

(Le invio cinque poesie fra le ultime scritte, scelga Lei quelle che ritiene migliori.)



Il mio lamento non è più canto

Mi sono immaginata aquila
mentre volavo verso il sole
e del sole avevo la luce dentro agli occhi
e degli occhi lo sguardo dentro al cuore

e il cuore mi ha tradita

Il mio lamento
non è più canto
d'anima ferita
ma il cigolare lento
dell'ultima inferriata
serrata
tra me e la vita



Soliloquio con il mare

Perché sei qui
mi chiede il mare
mentre non la smette di ondeggiare
è freddo
oltre le scogliere
si perde il biancheggiare
acuto delle vele

Son qui
perché tu solo sai tacere
e non mi chiedi di restare o di capire
e ogni nuova onda è un nuovo mare

Ti porto via con me
propone l'onda
mentre si abbatte
fragorosa e tonda
vacillando la mia posizione

No
ho gli occhi stanchi
e stanco ho il cuore
e su sé stesso
s'è accasciato
persino lo stupore

Il mio orizzonte
si confonde nelle sere
e non mi serve più
guardare
... per vedere



Comincia dagli occhi


Comincia dagli occhi
che strano
mi scalda
la voce un po' roca

ma vedo
ed è questo a portarmi lontano

La mano che stringe
che dolce accarezza
le nuche imbiancate
la scure
che spacca la brezza che arriva dal mare

Le foglie d'ulivo
bruciare
nel tuo focolare

Vedo le strade
deserte
assolate
ma fredde
adesso che l'estate è finita
sul muro non resta
della rosa
che l'ombra fiorita


Anima di albero


Con l'anima di un albero
che fa da nido al volo
sono partita per il mio
sgangherato viaggio

Viaggio
tra le torri irte
dove la quiete
ti scuote e ti consola
prendendoti alle spalle
con un soffio sul collo
-come furtivo bacio-

Bacio liberato
mentre lascio orme
da stambecco
dietro me
e alzo polvere con ali da sparviero

Con ali di sparviero
poi
ho sospinto il mio destino
di nascoste conchiglie
su impreziosite rocce di corallo
di pesci dal cuore giallo
che su limpide scogliere
san farsi di luce
alla nascente Luna

Luna nascente 
che il sonno
cambi in febbre
ai dormienti amanti
con occhi iridescenti
illuminami il viaggio





L'invisibile cambiamento

E' una inclinazione
quella alla decadenza

L'invisibile cambiamento
è un paesaggio d'inverno
che invoca
a trattenere il fiato
per quella luce radente
che ghiaccia
come suono d'organo
nelle cattedrali

E così è
che io taccio
per non disperdere
un solo istante
del mio inverno






Nazario Pardini

11 settembre 2013 12:33

Poesie fresche, contaminanti, liricamente coinvolgenti, dove l'anima dell'autrice trova l'alcòva adatta, attinente alle sue vibrazioni esistenziali. La Borghini si lascia avvincere da quello che risplende, da quello che fugge attorno a lei, da quello che illumina il viaggio; insomma da tutto ciò che, in maniera più consona, concretizza le sue meditazioni estemporanee, vicine al sentire di ognuno: le foglie che bruciano nel focolare, le strade deserte, assolate ma fredde, l'estate finita, l'ombra fiorita della rosa: tempus fugit; il sentimento eracliteo dell’essere e dell’esistere; il senso della precarietà del giorno si insinua nel pensiero della Borghini; un senso che la porta a vivere, intensamente, ogni frangente della vita; senza distinzioni temporali; vere elegie semantiche:

E così è
che io taccio
per non disperdere
un solo istante
del mio inverno


Tanti momenti di un diacronico evolversi sentimentale che invade gli spazi sottostanti del pensiero. Ma il massimo della liricità sta in quel soliloquio che la poetessa snocciola con il mare:

Son qui
perché tu solo sai tacere
e non mi chiedi di restare o di capire
e ogni nuova onda è un nuovo mare

Ti porto via con me
propone l'onda
mentre si abbatte
fragorosa e tonda
vacillando la mia posizione


Ci sono qui tutte le occasioni ispirative per una poesia che sboccia nei giardini del reale per azzardare fughe verso approdi/oltre, per tramutare in gaudio le lacrime, o per trovare spazi alla soltudine. E la natura aiuta. Con tutta la sua potenza cromatico-allusiva, con tutte le sue immagini sincronizzate al bisogno di andare al di là degli spazi ristretti,la natura aiuta gli intendimenti poetici della poetessa che fa della spontaneità l'arma vincente del suo canto. Un canto che raggiunge questa simbiotica fusione fra anima e parola con l'apporto di figure stilistiche indirizzate ad una armonia di sapore pucciniano. Vere romanze di grande impatto musicale: rime, assonanze, consonanze, allitterazioni, ossimori, enjambements... Spartiti di note di avvincente sonorità. Chidermi di fare una selezione fra queste poesie non è giusto. Tutte concorrono, ognuna coi suoi abbrivi, a tratteggiare un’artista tutta volta a dire di sé tramite una ricerca emotivo-verbale, tramite un percorso tradizionale/innovativo. E quello che soprattutto risalta da questo canto è una curiosità vivace che si alimenta di audaci scoperte. Quelle scoperte che sa donare la Poesia. E la Nostra crede nella Poesia, e le affida il compito di narrare il senso della vita: il nostro esser/ci, i tanti perché, le insicurezze e le palpabili bellezze di un mondo che ci adorna. Un mondo in un verso lavorato, ri/cercato, intrecciato, armato di quella semplicità che il De Sanctis definisce il “cuore della Forma”.

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