POESIE

mercoledì 31 dicembre 2014

Il mio augurio per l'anno che verrà




Il mio augurio per l'anno che verrà,  è di trovare tanta ricchezza:  di stupore e bellezza. Cercateli ovunque. Cercate e stupitevi.
La bellezza è in tutte le cose, anche in quelle che apparentemente non ne hanno. E' facile trovarla in tutto ciò che per natura sua, è bello. Ma quella è una bellezza che non stupisce. La bellezza che ci sfugge, che si nasconde proprio per essere cercata è la bellezza più bella e, una volta trovata,  è quella che ci regala l'emozione più emozionante tra tutte le emozioni. Lo stupore!

Un saluto alla mia maniera... Augh! :)


BUON 2015 A TUTTI COLORO CHE PASSANO DI QUI.

ANTONELLA


giovedì 18 dicembre 2014

la sciocca illusione








per la ragione eccelsa
che ha l'amore

quando fragile
si affida al destino
e nel destino
ripone speranze
senza ragione

quando impaurito
regala l'anima al demonio
senza nemmeno barattare
un'uscita dal suo inferno

per l'ipotesi sconveniente
di essere sangue battente







la poesia perfetta




Dietro le quinte del mio respiro
recita l'amore
una poesia

Non ha verso

E' vana

Incompiuta dal nulla
si manifesta in me
come un mistero

Con acqua di lacrime
m'incendia l'anima

L'afferro e quando sembra mia
sbiadisce e sfuma
sulle labbra silenziosa

venerdì 12 dicembre 2014

l'immaginifico interrotto




Mi da' pena
l'immaginifico interrotto
l'idea che  tutto prenda
il verso del dolore

Nella mia mente
c'è un che d'indefinito
che ammanta
il mio pensiero
poiché il poeta
è il frutto
acerbo
della sua poesia

l'illusione
vera
mentre finge il dolore
che crede di provare


Non è forse
la crespa spuma
che al mare imbianca la corsa
che lo rinnova
nell'argentea sua rincorsa
fino a  disperdere l'occhio
che non ha più mira
a render soffice il pensiero?


Forse che sia dolcezza
l'insolenza del mentire
o che la gioia
viva
in ogni
landa desolata
e che la felicità sia fatta
con la sostanza delle stelle
e brilli solo guardando  da lontano


lunedì 1 dicembre 2014

empatia percettiva




Non nutrire
i demoni
dell'ego
non farne cura
delle tue fragilità


Ogni assalto è un brandello
un lembo vitale
non assolto
al naturale trionfo

coscienza  sensibile


Postilla che
in distico s'apre
ma  langue
morente
come utero vuoto








lunedì 17 novembre 2014

smemorata e trionfante






 Il tempo
sagace
aguzzino
non conosce
che se' stesso
non ha necessita'
di giorni o mesi

Sbiadisce la memoria
e la confonde in
infinita' apparente

Sana in realta'
ed e' amico

Lima con lena
le crude punte
delle domande abortite
apre lo sguardo
sugli orizzonti scuri
di svanite ragnatele
senza prede
e senza predatore

- genesi del dolore -

gaudente
in questa pace
mi faccio spettatrice
della morte di ogni ricordo
trionfante e smemorata:
dalle parole al nome





... capita di dare valore a persone che nulla hanno da meritare se non il nostro silenzio. Costruiamo fantasmi a nostra immagine, ne facciamo volti noti, ne costruiamo il valore secondo il nostro pensiero. Li poggiamo su piedistalli d'argilla e li idolatriamo come divinita', quando in realta' sono solo proiezioni emotive, ologrammi della nostra fallace fantasia . Tocchiamo il fondo del nostro bisogno di comprensione e ne plasmiamo i contorni, in un contorto gioco mentale. Finche', cosi' come sono arrivati, se ne vanno; sgombrano il campo, liberano il territorio lasciando a terra polvere, niente altro che polvere. Se si ha fortuna, tutto questo accade prima che quella polvere ci offuschi di nuovo la vista, ci blocchi il respiro, ci renda a nostra volta ologrammi della nostra fantasia. Usciti da quelle spire si apre un mondo nuovo, fatto di rispetto per noi stessi e di infinita voglia di vivere e tutto, ma proprio tutto, torna ad essere luce. NAMASTE'


















sabato 15 novembre 2014

naturalmente mutevole






se solo conoscessi
il fitto delle foglie
dove la luce si nasconde
e se fossi io
quella natura
così certa
nel mutevole
dei rossi
fra i gialli o i bruni

se almeno
potessi
scivolare
come loro
col moto cedevole
del vento
o della caduta

e con tremule dita
potessi
io
inutile fra gli inutili
sfiorare quella luce
e farne porto
per le mie incertezze
farne respiro verde
che solleva il petto


non sarei  pietra
immobile
nell'incavo della terra
né alveo di  torrente
in piena perenne










domenica 2 novembre 2014

Ci sono comete






Liscia di coltello
è la pietra 

Rotonda 
che esorta al riposo

al fante dai passi spenti
a chi viaggia coi venti
a chi striscia gelando
tra gli stenti

Io voglio 
melodia nell'aria notturna 
di Novembre


Tutto è conosciuto

Ci sono comete
con la coda
come artigli
che spargeranno
polveri incandescenti
sugli occhi d'agosto

Intanto
si leveranno al cielo
i campanili del tempo
ma solo
poco prima
che tutti
gli astri
saranno spenti







Bellezza




C'è una bellezza nelle cose
e tra di esse
che mi sfugge

Una vastità di bellezza
impronunciata
che attanaglia inconsapevole
e mi muore
nel pianto soffocato

giù
giù 
nello sprofondo della gola

C'è una dolcezza
che non vuole uscire
che si trattiene
come se farmi felice
per un istante
mi facesse nell'eterno
poi soffrire

E si sta così
nel vago impedimento
dove sì è qualcosa
e non si è nessuno

e si aspetta


l'inverno nuovo
il ghiaccio sulle ciglia
la nuova ruga

e di veder chi ami
andare via




Lauto pasto per gli uccelli neri


Necessita il morso venefico
d'un insetto
per oltrepassare i recinti
dei giardini proibiti

non ascoltare 
la tenerezza
delle cose

e che il gelo
ricacci il germoglio
dentro al seme
disperdendo nelle terra fredda
ogni armonia

dimenticare Yepes
dalle dieci corde

e nel traslucido
socchiuso
sbriciolare la memoria
copioso pasto
per gli uccelli neri





Broken dreams


Punge il lungo stelo
al papavero sventato
l'odore del ginepro
fra i lecci
arrampicati
sul crinale


Da dietro le persiane
si vedono ombre
andare via
tra polvere di strade
sferzate
dal maestrale

hanno sguardi impauriti
come sogni
appesi
controvento
e contro vento
è difficile
guardare


Forse mi dovrei fidare

al teatro della luna
si recita
a soggetto

sabato 18 ottobre 2014

Canneto




Sono
fragile canna
d'un fragile canneto

agitata
da un vento querulo
che in un mulinello
d'ingordigia
ha strappato
il mio contorto fusto
e soffiato via i miei semi
ed in ognuno di quei semi
a suo dispetto 
io sono




In un quadrato di sole
fra le rive paludose
del mio dove
sarò di nuovo
stelo d'una canna
o forse ne sarò
il suo fiore

venerdì 10 ottobre 2014

Lune sovrane di notti vagabonde



A chi serve
scrivere l'amore
cercar sinestesie
e rime  per dare corpo 
al segno che divide
la realtà dal sogno

Lune sovrane
di notti vagabonde

A che serve 
se non si trova pace
né tormento
se tutto si esaurisce
ed il ricordo
- unico strumento -
si mostra indegno
labile compagno



Morii così 
fra strade e vecchie rotte
come aquilone 
che strappò il suo filo
o come stupido pennuto
che nulla sa del volo 
se non guidato
dalla sapienza di chi ha 
per lunghe vite
già vissuto


Vatti a fidare
delle mappe scritte


Mi persi 
senza dritte
dietro ad un fantasma
leggendo il libro
dalla caina sorte
ma solo dopo
che il tempo fu passato
vidi il suo ghigno
sorridere
beffardo

tanto che dissi...
ah! Così è
che va la gatta al lardo








martedì 7 ottobre 2014

Luna di Origami



Stringiti a me
mi dice
una luna di origami
mentre dal cielo
con un filo di cotone
scendono le stelle

Hai visto là?!

urla
un passante
ed accompagna
il gesto con un dito

In lontananza fiocca
a riccioli
la notte



_ oh ... io lo so _

vorrebbe solo
portarmi via la luna
(il passante)

martedì 2 settembre 2014

Alba su Cervia





Onde aranciate
da un sole assonnato
specchiate
sulla rarefatta vela
minuta
che sparisce
dietro le spalle
della ragazza del bar

E a gocce è disciolto
-l'odore del mare -
nel mio amaro caffè

















sabato 23 agosto 2014

Anticipo d'autunno

Sono felice
il ciclamino continua a fare bocci
e la larva bianca della terra
sembra ignorarne il sapore
in fondo allo steccato
poi
s'è incastrato un  raggio di luna
e illumina a giorno
tutto il viale

Sono felice
ho camminato nel bosco
per tre ore
ho visto un gatto rosso
grasso
sonnecchiare
sdraiato sul muretto
nel patio delle
suore

L'aria solfeggia
al vento
una musicale invernale
e già si sente
l'odore che precede
un temporale


[tanto quando si è felici non c'è fretta]


Ecco la pioggia
- ninfetta dalla grazia arcana -
che farà arrossire
le foglie al vecchio
acero in giardino











domenica 17 agosto 2014

capita





A me capita che fino dal mattino
mi porto dentro le parole
anzi il loro suono
senza più significato
e chiamo lupo il gatto del vicino
e dico amore ad uno sconosciuto

Guardo la luna cercandone il calore
e leggo sulle stelle
racconti di vite ignote
come se fossero
le stelle
pagine cancellate

e va da sé che l'urlo
d'un treno che sferraglia
mi appare come un grido soffocato
e se cammino lungo l'orizzonte
[che chiamo il mio presente]
salgo dove s'impenna la cima e là
altro non vedo
che il cuore acido della vallata
così rosata di fiori
che chiamo Primavera anche l'Autunno

venerdì 15 agosto 2014

Filastrocca di Ferragosto

BUON FERRAGOSTO












Filastrocca vola e va

dal bambino rimasto in città.

Chi va al mare ha vita serena

e fa i castelli con la rena,

chi va ai monti fa le scalate

e prende la doccia alle cascate...

E chi quattrini non ne ha?

Solo solo resta in città:

si sdraia al sole sul marciapiede,

se non c'è un vigile che lo vede,

e i suoi battelli sottomarini

fanno vela nei tombini.

Quando divento Presidente

faccio un decreto a tutta la gente;

«Ordinanza numero uno:

in città non resta nessuno;

ordinanza che viene poi,

tutti al mare, paghiamo noi,

inoltre le Alpi e gli Appennini

sono donati a tutti i bambini.

Chi non rispetta il decretato

va in prigione difilato».


GIANNI RODARI

giovedì 14 agosto 2014

che sera sera






When I was just a little girl,
I asked my mother, what I can be
 -
Will I be pretty, will I be rich?
Here's what she said to me:
Que sera, sera,
Whatever will be, will be,
The future's not ours to see,
Que sera, sera.
 (Doris Day – Que sera sera)

mercoledì 13 agosto 2014

a margine di me


al margine del bosco
fra le cime
degli alberi neri

i profumi della notte
mi prendono alle spalle
con docili carezze sulla nuca
e le radici
dell'albero più grande
fra la terra e il cielo
mi tengono sospesa

così che
se c'è la Luna
resto unico tempo
fra la vita e la morte
dove la morte
non è del corpo
ma dell'anima
che stanca
mi pesa
fra lo sterno
e il cuore
e si fa luce
se 
per caso
mi passa accanto
un sorriso di vento
caldo se mi perdo
gelido se mi ritrovo




martedì 12 agosto 2014

Addio Prof. Keating



Risultati immagini per professor keating






"Non leggiamo e scriviamo poesie perché è carino, noi leggiamo e scriviamo poesie perché siamo membri della razza umana... e la razza umana è piena di passione.
Medicina, legge, economia, ingegneria, sono nobili professioni, necessarie al nostro sostentamento… ma la poesia, la bellezza, il romanticismo, l’amore, sono queste le cose che ci tengono in vita".


Professor John Keating

ALEXANDER AVERIN (RUSSIAN PAINTER)



lunedì 4 agosto 2014

Le persone vengono nella tua vita per una ragione



A Lu, che è arrivata con la sua poesia nella mia vita, al termine della sua.
C'è una lezione in tutto questo ed ho scoperto qual' è... Grazie Lu






http://www.timelineofblue.blogspot.it

sabato 2 agosto 2014

Sonno


Quiete
negli occhi chiusi
aperti forse al sogno

Candida l'anima respira
e lieve muove
il petto
che leggero
si solleva

Sciolti capelli
abbracciano il cuscino
e rosee labbra
socchiuse
accennano un sorriso

Forse dormendo s'intravede il paradiso

giovedì 31 luglio 2014

Mi ribello



















Mi ribello

Alla rotondità del mondo
alla bontà senza misura
al lumicino acceso
alla molliccia stretta di mano
che accompagna un falso sorriso

Spacco tutti i vetri
voglio punte aguzze
unghie come artigli


Voglio chiudere l'inetto
fra le pagine d'un saggio di Alberoni


Ho mille occhi aperti
e voglio occhi sulla schiena
sulle mani
e occhi da spalancare
e occhi truci
da roteare come code
di demone infernale

Faccio strage
di lettere accentate
é à
e delle parole che ne sono depredate
perch
verit

Brucio ogni tramonto
ogni alba
i mezzodì
i mezzi sì
i siamo tutti uguali

Spacco la tonda luna
del plenilunio
e salvo
(solo per le punte)
gli altri quarti
ci appendo il mio riposo
i miei quadri a chicchi di riso
le A del mio nome
(che per fortuna sono solo due)

Mi soffio dentro e volo
e con me tutto va e vola
e il vento
che si chiama Libero
mi porta con sé lontano

e la mia vita
finalmente
vola
vola vola


In alto
più in alto
ancora
dall'alto...

vedo il mare

cado e per lui cedo

Resto in ginocchio
allargo le braccia
senza più volare











mercoledì 30 luglio 2014

Gazza ladra






Cerco in giardino
il colore
di un  Luglio senza voglie
fra le foglie  di  karkadè

Seguo il volo
tra il calore umido
dei fiori dipinti
sulla mia  tazza di tè

Il volo di una gazza
dalla lunga coda
e dal petto bianco


Vola
mi passa accanto
mi mostra beffarda
con l'occhio notturno
una preda
che brilla
stretta nel becco

Ladra!

Luccica la mia piccola volpe
smarrita...



sabato 12 luglio 2014

Notte






Addormentata notte
reclina la tua testa
sulla spalla mia
E sogna

Sogna mentre ti parlo
degli alberi cavi
in fondo alla radura

(Dove io so
nascondi i sogni
e le stelle
prima che scolorino
al mattino)

Mentre ti parlo delle lunghe ombre
che fa il sole
quando s'attarda
a fine sera

Dormi notte
e sogna...
Che in questa notte
triste e vuota
rimango io
a vegliare

domenica 6 luglio 2014

E' nelle mie vene il mare




Mi è nelle vene
il mare
come per voi
il sangue

S'infrange
sul mio sguardo
da scogliera
(per questo ho lacrime salate)

Al cielo del tramonto
stringo le ciglia

e con l'onde
delle mie colline
lo confondo

martedì 6 maggio 2014

falena


di me
che ondeggio
per quel mare
per quell'ormeggio
caldo al cuore
e perso

delle mie lunghe dita
al vento
come piccoli tralci
di vanità sfiorita

di me che lavo nell'acqua salata
della rassegnazione
le piccole trecce
della bambina che sorride
ad alta voce

...che resta di me
che resta?

venerdì 18 aprile 2014

Adios

Questo scritto è stato per anni attribuito dalla rete al grande Marquez. Si dice che sia un falso, che non sia opera sua, ma è talmente bello e per tanti anni l'ho letto pensando che lo fosse. Forse non sarà corretto ma, io, lo voglio salutare così...



Se per un istante Dio si dimenticasse che sono una marionetta di stoffa e mi facesse dono di un pezzo di vita, probabilmente non direi tutto ciò che penso, ma penserei a tutto ciò che dico. Valuterei le cose, non per il loro valore, ma per ciò che significano. Dormirei poco, sognerei di più, essendo cosciente che per ogni minuto che teniamo gli occhi chiusi, perdiamo sessanta secondi di luce.
Andrei avanti quando gli altri si ritirano, mi sveglierei quando gli altri dormono.
Ascolterei quando gli altri parlano e con quanto piacere gusterei un buon gelato al cioccolato…

Se Dio mi desse un pezzo di vita, mi vestirei in modo semplice, e prima di tutto butterei me stesso in fronte al sole, mettendo a nudo non solo il mio corpo, ma anche la mia anima.
Dio mio se avessi un cuore, scriverei il mio odio sul ghiaccio e aspetterei l’arrivo del sole. Sulle stelle dipingerei una poesia di Benedetti con un sogno di Van Gogh e una canzone di Serrat sarebbe la serenata che offrirei alla luna.
Annaffierei le rose con le mie lacrime per sentire il dolore delle loro spine e il rosso bacio dei loro petali.
Dio mio se avessi un pezzo di vita, non lascerei passare un solo giorno senza dire alle persone che amo, che le amo. Direi ad ogni uomo e ad ogni donna che sono i miei prediletti e vivrei innamorato dell’amore.
Mostrerei agli uomini quanto sbagliano quando pensano di smettere di innamorarsi man mano che invecchiano, non sapendo che invecchiano quando smettono di innamorarsi!
A un bambino darei le ali, ma lascerei che imparasse a volare da solo.
Ai vecchi insegnerei che la morte non arriva con la vecchiaia, ma con la dimenticanza.

Ho imparato così tanto da voi, Uomini…
Ho imparato che ognuno vuole vivere sulla cima della montagna, senza sapere che la vera felicità sta nel come questa montagna è stata scalata.
Ho imparato che quando un neonato stringe per la prima volta il dito del padre nel suo piccolo pugno, l’ha catturato per sempre.
Ho imparato che un uomo ha il diritto di guardare dall’alto in basso un altro uomo solo per aiutarlo a rimettersi in piedi.
Da voi ho imparato così tante cose, ma in verità non saranno granchè utili, perchè quando mi metteranno in questa valigia, starò purtroppo per morire.
Dì sempre ciò che senti e fa’ ciò che pensi.
Se sapessi che oggi è l’ultima volta che ti guardo mentre ti addormenti, ti abbraccerei fortemente e pregherei il Signore per poter essere il guardiano della tua anima.
Se sapessi che oggi è l’ultima volta che ti vedo uscire dalla porta, ti abbraccerei, ti darei un bacio e ti chiamerei di nuovo per dartene altri.
Se sapessi che oggi è l’ultima volta che sento la tua voce, registrerei ogni tua parola per poterle ascoltare una e più volte ancora.
Se sapessi che questi sono gli ultimi minuti che ti vedo, direi “ti amo” e non darei scioccamente per scontato che già lo sai.
Sempre c’è un domani e la vita ci dà un’altra possibilità per fare le cose bene, ma se mi sbagliassi e oggi fosse tutto ciò che ci rimane, mi piacerebbe dirti quanto ti amo, che mai ti dimenticherò.
Il domani non è assicurato per nessuno, giovane o vecchio. Oggi può essere l’ultima volta che vedi chi ami. Perciò non aspettare oltre, fallo oggi, perchè se il domani non arrivasse, sicuramente compiangeresti il giorno che non hai avuto tempo per un sorriso, un abbraccio, un bacio e che eri troppo occupato per regalare un ultimo desiderio.
Tieni chi ami vicino a te, digli quanto bisogno hai di loro, amali e trattali bene, trova il tempo per dirgli “mi spiace”, “perdonami”, “per favore”, “grazie” e tutte le parole d’amore che conosci.
Nessuno ti ricorderà per i tuoi pensieri segreti. Chiedi al Signore la forza e la saggezza per esprimerli. Dimostra ai tuoi amici e ai tuoi cari quanto sono importanti.


Gabriel Garcia Marquez

martedì 15 aprile 2014

Quasi un testamento (poesia di Gino Rago)



QUASI UN TESTAMENTO



A sera getto l'anima

negli occhi della luna, tremo

come canna nell’ incanto

del secolo chiuso nell'istante,

ammiro il fiore

tra i binari morti: tempo

suicida, orrore mio del vuoto

nell’aura tenebrosa

di malìa e sortilegio

sui profumi stanchi della terra.

Busso alle porte

dell’innocenza, i legni sono fradici

d'assenze; m'interrogo

sulle mie radici, le risposte tardano a toccarmi,

nessuno accoglie i lampi

sui carrubi: che ne sarà di me,

di questa curva breve,

del mio canto? Lo sai,

l'angoscia del poeta è sabbia

sui denti, un moto insensato

di nuvola errabonda: mi cercherai

sui cardi, nel guizzo d'una capra,

nel filo di quell'acqua intelligente

che da una ruota sposta

tutto un mondo. E tu se tendi al mare

non fermarti al gioco

effimero dell'onda, lascia l'inganno

ad altri delle spume: ti affido

i grandi abissi, le correnti,

la fauna sconosciuta, i paesaggi

di coralli. Trasognata trasparenza,

fiamma di fuoco a combustione lenta

questa vita d'approdi a bave di lumache

in un'idea pura di poesia

come stella di foglie nel cavo della mano.






venerdì 11 aprile 2014

Senza titolo

Ladra io

rubavo il tempo
io che di tempo non ne ho

preludio di musica barocca
breve come la vita
inevitabile  come la fuga


l'anima dolcemente si salva
in questa musica soave

e respira
e trova pace

nulla più la sfiora
è libera
e fugace

se ne vola




martedì 8 aprile 2014

La porta è socchiusa di Anna Achmatova (da Sera)



La porta è socchiusa,
dolce respiro dei tigli...
Sul tavolo, dimenticati,
un frustino ed un guanto.
Giallo cerchio del lume...
Tendo l’orecchio ai fruscii.
Perché sei andato via?
Non comprendo...
Luminoso e lieto
domani sarà il mattino.
Questa vita è stupenda,
sii dunque saggio, cuore.
Tu sei prostrato, batti
più sordo, più a rilento...
Sai, ho letto
che le anime sono immortali.


1911

(Anna Achmatova)

lunedì 7 aprile 2014

Conversazione platonica



Mi hanno ubriacato di malinconia
fino alla sete senza arsura
fino alla paura
fino a rendermi una cosa vana

Dalle mie mani senza fondo
han bevuto la mia quiete
non sazi delle lacrime
hanno rubato il mio sorriso
ed il mio volto
adesso
è muto



Il dipinto è di Felice Casorati del 1925

e si intitola: "Conversazione platonica"

domenica 6 aprile 2014

Mille volti di me

Poesia d'amore
(niente da mostrare)

Sono rose spinose
le parole da evitare

Resta un vago
vaghissimo sentire
che interrompe
se può
il senso
di una metafora

E' un passeggiare quieto
come di chi non sa
e non si cura di sapere

Passano volando
tra i capelli
gli ultimi colori
del pensiero

Si fanno d'argento
i tratti
e dei momenti d'oro
si conquista
un respiro
che si trasforma
in nebbia sottile
e riempie ogni spazio

Satura di ogni te
mi cerco
così
con mille nomi
e mille vesti


sabato 22 marzo 2014

C'è una mia amica, una mia amica molto cara, che come me ha la passione della poesia. Vorrei postare qui una delle sue più belle...



X nome



Ditemi dell'autunno
voi poeti che ne sapete vedere la bellezza,
confidatemi cosa, oltre ai colori,
gioia di pochi istanti,
io possa amare,
spiegate ciò che brilla ai vostri occhi e negato ai miei,
scrivete quel che v'ispira e in me dispera.

Ditemi di profumi, di brezza,
di brividi improvvisi,
di suoni e rumori,
di brevi tramonti e notti precoci,
narratemi con enfasi di sagre di paese
ma siate convincenti,
perché il mio dubbio è immenso.

Vendemmiate il vostro sentire,
pigiatelo in parole mature e
versatene in abbondanza nel mio bicchiere
affinché, ubriaca di versi,
possa avviarmi con passo incerto
e innaturale allegria
verso la mia stagione.

Quando, a ebbrezza svanita,
non potrò più sottrarmi agli occhi dell'autunno,
d'una gentilezza vi prego,
con passi silenziosi giungete alle mie spalle,
con tocco lieve e amico chiamatemi,
poi chiamatemi ancora X nome
e ricordatemi che poi cambia stagione.

Bruna Rossini (pseudonimo Xdire)

venerdì 21 marzo 2014

Le métèque

bruma di vetro
sulla rada
all'imbrunire


in lontananza
ombre di vita 
sulla costa

straniero volto
dagli occhi  di nocciola
tu mi lusinghi
e la mia castità
si spoglia

oltre le prime
onde schiumose
infrante dagli scogli
immaginando
terre lontane ed altra vita

giovedì 20 marzo 2014

la tua mano candida



avrei voluto la tua mano ossuta

coi tagli della vita

qui sul mio viso

adesso




ora che stringe il mio di tempo

ed il futuro

è un passo avanti a me




la tua mano candida tra i miei capelli biondi

ora che le paure hanno occhi di civetta

e graffiano in silenzio




ora che tanto è il tempo senza te

mercoledì 19 marzo 2014

Emotional baby! Too cute!


L'ho casualmente trovato sul web e mi è sembrato strepitoso.
Di una dolcezza e di una tenerezza disarmanti... mi sono quasi commossa!!!






Attesa






Non ne ho contezza
eppure si avvertiva
quel filo d'ansia
che a volte ci taceva
nell'ascoltare fiacco
il buio efferato
d'un sole eunuco
che pure ci viveva
come riflesso luccicante
tra le foglie
stramazzate secche
dal gelo
finalmente morte

C'era la stasi
di uno stare assorti
mentre la nebbia
ne sollevava agli occhi
il triste sfarsi della loro sorte




mercoledì 12 marzo 2014

Di calle e fiordalisi



La calura
che tra rintocchi
di verità in vanità
accoglie salmastra
ai piedi dell'ulivo
frivolo e mancino
sta riposta
composta
come ombroso riposo
sotto il ramo sporgente
del gelso dalle succose more

Mani stanche
stringono ore
d'attesa in attesa
sfumando di forse
l'unica domanda di ogni sera

Perché

Le stesse mani
che sfiorano le calle
abbracciate ai fiordalisi
e il loro abbraccio
essiccato
fra le pagine roventi
degli accoglienti pensieri

Pensieri d'anima scapigliata
che con gli occhi
dipinge i sogni suoi


Dipinto "Attrazione" di Tranquillo Cremona 

sabato 8 marzo 2014

Perché la mimosa come fiore della nostra festa?


Mi sono sempre chiesta  il perché e chi avesse fatto tale scelta che trovo appropriata e sicuramente simbolica. La mimosa sboccia proprio in questi giorni, è delicata e forte e profuma, come pochi altri fiori, di primavera. Non ha un profumo prezioso, speziato, ma è un insieme infinito di delicatezza, freschezza: ci si sente un po' della rosa, una traccia di erba che spunta,  l'odore dell'acqua e poi, ha il colore del sole. Le foglie hanno una lato più scuro ed uno luminoso, come l'animo di noi donne.
Cercando sul web ho trovato la risposta.
Eccola:



Ma perché proprio la mimosa per celebrare l’8 marzo? Perché proprio i rametti dai pallini gialli dal profumo intenso e delicato? La mimosa, appartenente alla famiglia delle Mimosaceae, è il simbolo per eccellenza della Festa delle Donne, per via di un avvenimento storico tutto italiano. Nel 1946, su iniziativa delle attiviste Rita Montagnana e Teresa Mattei, l’UDI (Unione Donne in Italia), giunse a scegliere la mimosa, dopo un percorso alquanto complesso. Le donne preferivano l’orchidea, ma la Mattei, che l’anno dopo avrebbe fatto parte dell’Assemblea Costituente, per evitare la scelta ricadesse su un fiore costoso come quello, si inventò una leggenda cinese, raccontando che la mimosa rappresentava per quel popolo il calore familiare e il simbolo della gentilezza femminile, convincendo così il gentil sesso a propendere per i rametti. Una pianta pioniera, spontanea, scelta come simbolo della rivendicazione dei diritti femminili, come emblema della lotta per farli valere; facilmente reperibile proprio in questo periodo, poco costosa, con fiori luminosi, solari, apparentemente delicati, ma forti e rigogliosi… caratteristiche che, a ben vedere, sono tipiche di noi donne!




di Caterina Lenti

sabato 22 febbraio 2014

Francesco mio compagno di parole... per sempre.










NUDO 

Prima o poi un pensiero
arriverà
a portarmi via,
come un angelo nero mi confesserà
che il cielo è un sasso;

siamo stati e saremo
pensieri e gesti
nel battito del cuore,


ma il giorno vero qual'è ?
cosa sarà ?


non arriva mai
ma arriverà,


sarà come una pioggia
che non cade giù
che non si perde
ma va più in su
e inonda il cielo,


ogni storia è a sé,
Dio che ne sa ?

Se Dio credesse in me,
se avesse fede in me...


L'angelo nero è dentro,
è la tua libertà,
che non finisce mai...


...la libertà...


liberiamoci tutti
da troppa ingenuità,
per una volta,
dal vuoto luminoso della stupidità,
è un bacio avvelenato...


Se Dio credesse in me,
sarei santissimo,
se avesse fede in me...


-Francesco-






IL GIARDINO DEL MAGO


Non mi parte l'autoplay, per favore clikkate ed ascoltatelo con me.











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