POESIE

sabato 22 febbraio 2014

Francesco mio compagno di parole... per sempre.










NUDO 

Prima o poi un pensiero
arriverà
a portarmi via,
come un angelo nero mi confesserà
che il cielo è un sasso;

siamo stati e saremo
pensieri e gesti
nel battito del cuore,


ma il giorno vero qual'è ?
cosa sarà ?


non arriva mai
ma arriverà,


sarà come una pioggia
che non cade giù
che non si perde
ma va più in su
e inonda il cielo,


ogni storia è a sé,
Dio che ne sa ?

Se Dio credesse in me,
se avesse fede in me...


L'angelo nero è dentro,
è la tua libertà,
che non finisce mai...


...la libertà...


liberiamoci tutti
da troppa ingenuità,
per una volta,
dal vuoto luminoso della stupidità,
è un bacio avvelenato...


Se Dio credesse in me,
sarei santissimo,
se avesse fede in me...


-Francesco-






IL GIARDINO DEL MAGO


Non mi parte l'autoplay, per favore clikkate ed ascoltatelo con me.











lunedì 17 febbraio 2014

Fatevi qualche domanda e se ne avete, datemi qualche risposta






Restauratori: alla paralisi la famosa riforma


Il progetto di istituire «elenchi» di merito per i professionisti del restauro si è arenato. Il «Bando di selezione pubblica per il conseguimento delle qualifiche professionali di restauratore e collaboratore di beni culturali» del 27 settembre 2009 è in pratica annullato. Dopo tre rinvii (30 marzo, 30 giugno, 30 settembre), si è bloccato alla quarta, definitiva scadenza utile per presentare i documenti (30 novembre 2010). Il Ministero per i Beni culturali lo ha «sospeso» e il primo dicembre 2010 il sottosegretario Francesco Giro ha dichiarato che la sospensione è indispensabile perché «ci consentirà di riformare, se necessario, l’articolo 182 del Codice dei Beni culturali e del Paesaggio che, in via transitoria, ha dettato una disciplina per l’acquisizione diretta o indiretta, tramite prova di idoneità, della qualifica di “restauratore” o “collaboratore restauratore”». Il Codice dei Beni culturali è legge dal 2004, ma soltanto nel settembre 2009 il Ministero ha indetto il bando per attuare l’art. 182 e dare certezza al mondo del restauro (formazione, qualifiche, ruoli ecc). Alla fine, questo il piano del Ministero, si sarebbero dovuti formare due elenchi di professionisti abilitati («restauratori» e «collaboratori restauratori»). Il primo passo del «concorso» prevedeva la presentazione di una documentazione dei titoli e del lavoro svolto da ciascuno per stabilire l’idoneità a essere iscritti direttamente in uno dei due elenchi o invece partecipare agli esami di ammissione. Un meccanismo complesso che si è subito incagliato tra ricorsi e proteste. Il Mibac ha modificato più volte il testo, disposto una serie di rinvii e alla fine deciso di sospendere tutto. Sono prevalse le pressioni dei sindacati che rappresentano circa 30mila aspiranti restauratori (la maggior parte di loro ha già presentato domanda entro i termini): molti temono di restare fuori dagli elenchi, senza qualifica e dunque senza lavoro. Associazioni e sindacati avevano presentato anche una serie di ricorsi ai Tar per fermare l’iter del temuto bando, ma ben 9 sentenze hanno confermato la correttezza del bando ministeriale e respinto i ricorsi. Le ragioni del fallimento del bando vanno cercate anche altrove. Infatti da anni il mondo del restauro continua a vivere nell’incertezza e nell’anarchia. Una vera giungla che favorisce l’affermazione di procedure scorrette, abusi, distorsioni di un mercato in piena crisi. Con leggi non chiare e poco rispettate, sempre più spesso al posto dei veri restauratori vengono chiamate normali ditte edili, soprattutto per interventi su monumenti ed edifici antichi, a volte con gravi danni al patrimonio. A poco a poco i professionisti del restauro vengono emarginati, espulsi dal meccanismo degli appalti: molte ditte specializzate hanno già chiuso. Il bando lanciato dal Ministero, con il suo rigore, si proponeva di selezionare e abilitare ufficialmente specialisti esperti, formati in scuole di eccellenza. Soltanto a loro avrebbe dovuto essere affidata la cura del nostro patrimonio artistico, la tradizione prestigiosa del restauro italiano. Non si sa come il Ministero intenda cambiare l’art. 182 del Codice dei Beni culturali, che stabilisce con chiarezza le caratteristiche di alta professionalità del restauratore di domani. Il rischio è che si vogliano allargare le maglie, ottenere un percorso più facile, far valere titoli e corsi di formazione poco credibili, forse arrivare a una «sanatoria» mascherata per i 30mila aspiranti, insomma lasciare tutto com’è. Si aspetta dunque la nuova legge. Tempi lunghi, e gli «elenchi» dei restauratori diventano un’ipotesi lontana. Il prezzo più alto lo paga il patrimonio culturale, vittima di una paralisi nefasta e di una ambiguità che dura da troppi anni. 


di Edek Osser, 


da Il Giornale dell'Arte numero 305, gennaio 2011





Rischiano di sparire le ditte di restauro


Roma. Il mondo del restauro e delle centinaia di ditte che garantiscono la nostra tradizione di eccellenza in questo settore, rischia di sparire. Falliti i tentativi di mettere ordine tra i restauratori, settore strategico per la conservazione del nostro patrimonio artistico creando elenchi di specialisti e ditte abilitate per garantire la massima qualità negli interventi, come previsto dal Codice dei Beni Culturali, il 26 aprile 2013 è intervenuta una micidiale sentenza del Consiglio di Stato che ha accolto il ricorso delle maggiori imprese italiane (Condotte, Grandi Lavori Fincosit, Impregilo, Salini, Vianini, Pizzarotti ecc.) contro il presidente del Consiglio e i ministeri dei Beni culturali e delle Infrastrutture che chiedevano fosse modificato il Codice degli Appalti Pubblici che impediva alle comuni imprese edili di eseguire lavori di tipo specialistico, come quelli del restauro artistico.

La sentenza del Consiglio di Stato ha dato ragione alle imprese e cancellato dal Codice degli Appalti l’intero elenco delle 36 imprese specialistiche e superspecialistiche (25mila in tutto, restauro compreso). Un decreto del Presidente della Repubblica del 30 ottobre 2013 ha sancito questa decisione. Alle normali imprese edili è stato quindi consentito di gestire ed eseguire qualunque lavoro, quindi anche il restauro (per esempio sul Colosseo o le domus di Pompei). Sulle pietre antiche, sulle colonne, i capitelli, i fregi di duemila anni fa avrebbero potuto mettere le mani operai e muratori senza alcuna esperienza. Alle imprese di restauro specializzate sarebbe rimasto soltanto il subappalto, se richieste dalle imprese edili e senza gara pubblica. Per evitare il tracollo dell’intero sistema, sono intervenuti il ministro Bray e quello delle Infrastrutture Lupi.

Il 18 dicembre il Senato ha così approvato un emendamento transitorio che sospende gli effetti devastanti del decreto presidenziale e concede 6 mesi di tempo per rivedere l’elenco delle ditte specialistiche cancellato dal Codice degli Appalti Pubblici e reinserire le ditte di restauro. Ma la loro sopravvivenza resta comunque in forse mentre continuano le minacce alla corretta conservazione dei nostri più importanti monumenti antichi.

di Edek Osser, edizione online, 20 dicembre 2013

domenica 9 febbraio 2014

legame antico







Un tempo
fatto tempo d'inevitabili paure
era il mio tempo
sapeva di volo di cera
che là
doveva andare
là a toccare il sole

Forte richiamo
di legame antico
stretto fra viscere d'animale
e anima da levriero

Cado adesso
in un vuoto prodigioso
fasciata di cieli
d'invisibili fili


cado
stretta in un urlo muto
cado




“La bellezza del mondo ha due tagli, uno di gioia, l’altro d’angoscia, e taglia in due il cuore.”

Virginia Wolf

Ouroboros

Il crepuscolo
raggela
il fiato
e piega le mie ansie

Per un sussulto
per un inganno del cuore
si erano trovati

Uniti
nell'aspro
della frutta
su pietra liscia
come volto di madonna
avevano scritto l'inganno
in turbinii d'insonnia

Sembravano
dediche divine
gli squarci
luminosi di
schizofrenici
miraggi
crude realtà
di identità travolte
di perniciose
emozioni
mai risolte

Stanno
nel moto impervio
delle cose astruse
senza rimedio
come un ristagno
d'acqua
che ammorba
l'aroma amaro del gelsomino







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Non sia mai ch'io ponga impedimenti all'unione di anime fedeli; Amore non è Amore se muta quando scopre un mutamento o tende a svanire quando l'altro s'allontana. Oh no! Amore è un faro sempre fisso che sovrasta la tempesta e non vacilla mai; è la stella-guida di ogni sperduta barca, il cui valore è sconosciuto, benché nota la distanza. Amore non è soggetto al Tempo, pur se rosee labbra e gote dovran cadere sotto la sua curva lama; Amore non muta in poche ore o settimane, ma impavido resiste al giorno estremo del giudizio: se questo è errore e mi sarà provato, io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato. W. Shakespeare

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Si dovrebbe, almeno ogni giorno, ascoltare qualche canzone, leggere una bella poesia, vedere un bel quadro, e, se possibile, dire qualche parola ragionevole. Johann Wolfgang Goethe

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