POESIE

sabato 19 marzo 2016

Acmeismo




Acmeismo: da una nebbia mistica alla cruda realtà


Il Novecento è un secolo di cambiamenti, stravolgimenti, esperienze che annullano l’individuo, lo immergono in una dimensione in cui l’identità viene sgretolata. Eppure è anche un secolo di rinnovamento, tutti i dogmi sociali e politici cadono, si trasformano irreversibilmente, continua la scia dello sviluppo tecnologico di fine Ottocento. Qualcosa cambia nell’animo umano, e in alcuni […]


DI ANTONINO DE STEFANO - 11 MARZO 2013


Il Novecento è un secolo di cambiamenti, stravolgimenti, esperienze che annullano l’individuo, lo immergono in una dimensione in cui l’identità viene sgretolata. Eppure è anche un secolo di rinnovamento, tutti i dogmi sociali e politici cadono, si trasformano irreversibilmente, continua la scia dello sviluppo tecnologico di fine Ottocento. Qualcosa cambia nell’animo umano, e in alcuni paesi in particolare i primi decenni del XX secolo segnano in modo più netto una rottura con il passato. In Russia il susseguirsi dei movimenti rivoluzionari, l’esperienza bellica e il rovesciamento politico forgiano nell’ intellettuale russo un nuovo modo di approcciarsi alla realtà. Sono anni dolorosi e si può dire che la dimensione simbolica della poesia stia diventando qualcosa di marginale, di troppo estraneo alla vita reale della popolazione. Non serve più utilizzare simboli per riuscire a trasmettere i valori artistici, e la poesia si fa sempre più realistica, materialistica, legata all’uomo, alla natura, agli oggetti, riferendosi ad essi per quello che essi sono, senza bisogno di mediazione tra uomo e arte. L’acmesimo è la corrente che meglio rappresenta questa prospettiva sulla vita e che nasce in opposizione al simbolismo russo, di stampo francese all’inizio ( importante l’influenza di poeti come Verlaine e Rimbaud). Ritorna quindi l’esigenza di volgere lo sguardo al ‘sociale’, da cui era stato distolto dai simbolisti a causa della ricerca di una dimensione più individuale. Il termine ‘acmeismo’ deriva dal termine greco acmè che indica il vertice, l’apice, il punto più alto e inizialmente fu usato con un’ accezione polemica riguardo la presunta posizione elevata che i poeti acmeisti intendevano ricoprire. Uno degli esponenti più importanti, nonché fondatore, Nicolaj Gumilev battezzò il nuovo movimento ‘adamismo’, in quanto obiettivo principale , considerato virile e genuino, era quello di riabilitare la purezza della visione della realtà allontanandola dalla ‘nebbia’ simbolista, che attribuiva un’ aurea mistica alla poesia e che rendeva di difficile comprensione qualcosa che sarebbe dovuto essere alla portata di tutti. Le radici del movimento risalgono al 1911 quando Gumilev fondò la ‘Gilda dei poeti’, ma fu nell’anno seguente che sulla rivistaApollon comparve il manifesto del gruppo acmeista firmato dallo stesso Gumilev e Gorodekij. Del gruppo fece parte anche la poetessa russa Anna Achmatova, che per alcuni anni fu sposata con Gumilev. In lei il rapporto con la realtà è talmente stretto che nei suoi versi si trova solamente l’essenziale, il concreto nel senso più letterale, addirittura i verbi vengono eliminati oppure concessi in modica quantità. Un altro esemplare esponente fu Osip Mandel’stam, artista caratterizzato dall’andamento spezzato dei suoi versi, altisonanti e profondi, ma allo stesso tempo partoriti da materiali e oggetti modesti:





‘’Una fiamma disperde
la mia arida vita;
e accantono la pietra:
ora il legno mi ispira.


Esso è rozzo e leggero:
da un tronco vengon fuori
e midollo di quercia
e remi di pescatore.


Sotto, a configger pali!
Fate risuonare, o mazze,
un ligneo paradiso
di oggetti imponderabili!’’



Un ritorno incisivo alla dimensione concreta del reale, tutto ciò che è mondano, materiale è degno di essere considerato oggetto di poesia, proprio perché è ciò da cui l’essere umano è circondato nella maniera più oggettiva. La corrente acmeista si propone di mettere in poesia sentimenti ed emozioni del genere umano nella sua collettività, non più solamente come individuo, e si assiste alla rinuncia più assoluta della dimensione soggettiva tanto cara ai simbolisti. Il misticismo simbolico è abbattuto, viene pensato come un ostacolo da superare per godere appieno del rapporto tra il lettore e la poesia. L’esperienza del movimento fu relativamente breve, infatti si poté definire conclusa con la fucilazione di Gumilev nel 1921 (il poeta fu accusato di svolgere attività controrivoluzionaria). Il tentativo di contrapporsi al vecchio mito simbolista è accompagnato dall’atteggiamento temerario assunto dai poeti acmeisti. Gumilev intendeva infatti plasmare il nuovo poeta sottoforma di un uomo attaccato alla realtà,virile, temerario, impavido addirittura di fronte alla morte :

« Ma per tutto ciò che ho avuto e ancora voglio avere
per tutti i miei dolori, e le gioie, e le follie,
come tocca a ogni uomo pagherò
con la morte finale e irrevocabile »


L’adamismo è l’esempio di una poesia immediata, genuina, spontanea, che fuoriesce direttamente dall’animo per essere diffusa pressoché chiunque. Fu un’esperienza intensa ma breve, travolta come i suoi esponenti dalle aspre dinamiche dell’inizio del Novecento.

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