POESIE

giovedì 27 aprile 2017

Temo un uomo di poche parole











Io temo un uomo di poche parole

io temo il silenzioso

un avvocato posso sgominarlo

un parlatore lo intrattengo a lungo

ma colui che soppesa mentre gli altri

spendono sino all'ultima sterlina

di tale uomo io sono diffidente

temo la sua grandezza







E. Dickinson

lunedì 24 aprile 2017

- John Donne -


Historic Hertfordians | Hertford College:

John Donne (Londra, 1572 – Londra, 31 marzo 1631) è stato un poeta, religioso e saggista inglese, nonché avvocato e chierico della Chiesa d'Inghilterra. Scrisse sermoni e poemi di carattere religioso, traduzioni latine, epigrammi, elegie, canzoni, sonetti e satire. Può essere considerato come il rappresentante inglese del concettismo durante il Siglo de Oro.

La sua poetica fu nuova e vibrante per quanto riguarda il linguaggio e l'invettiva delle metafore, specie se paragonato ai suoi contemporanei. Lo stile di Donne è caratterizzato da sequenze iniziali ex abrupto e vari paradossi, dislocazioni e significati ironici. La sua frequente drammaticità e i discorsi da ritmi giornalieri, la sua tesa sintassi e la sua eloquenza di pensiero furono sia una struggente reazione nei confronti dell'uniformità convenzionale della poetica elisabettiana sia un adattamento in inglese delle tecniche barocche e manieriste europee.

Celebre il suo sermone Nessun uomo è un'isola (meditazione XVII) citato da Ernest Hemingway in epigrafe a Per chi suona la campana, e da cui trae ispirazione un omonimo libro di Thomas Merton

(Wiki)



Nessun uomo è un'isola

" Nessun uomo è un'Isola,
intero in se stesso.
Ogni uomo è un pezzo del Continente,
una parte della Terra.
Se una Zolla viene portata via dall'onda del Mare,
la Terra ne è diminuita,
come se un Promontorio fosse stato al suo posto,
o una Magione amica o la tua stessa Casa.
Ogni morte d'uomo mi diminusce,
perché io partecipo all'Umanità.
E così non mandare mai a chiedere per chi suona la Campana:
Essa suona per te. "


John Donne




Elegia XIX: andando a letto



Vieni, mia Donna, vieni mio vigore sfida di ogni riposo,
finché mi affanno resterò in affanno.
Spesso il nemico avendo il suo nemico in vista
dalla sola presenza vien fiaccato, anche se non combatte.
Getta pur quel cinto che splende simile allo Zodiaco,
ma che nasconde al mio sguardo un mondo assai più bello.
Togli gli spilli dal pettorale cosparso di lustrini,
così che gli occhi dei maliziosi vi si possono fermare.
Slacciati, perché quell'accordo armonioso
mi dice di esser già l'ora di recarsi a letto.
Via quel busto felice, che invidio,
perché può starti così stretto.
E via la gonna che svela una tanto bella condizione,
come quando dai campi fioriti l'ombra dei colli si fugge.
Via il diadema tenace, ed esso mostri
il diadema fluente dei capelli che da te si leva:
e ora via quelle scarpe, posa il tuo piede libero
in questo sacro tempio dell'amore, su questo soffice letto.
In vesti così bianche che gli Angeli del cielo erano soliti
essere accolti dagli uomini; Angelo, conduci insieme a te
un cielo simile al Paradiso di Maometto; e sebbene
cattivi spiriti biancovestiti passino, noi facilmente riconosciamo
questi Angeli da uno spirito malvagio,
quelli rizzano i nostri capelli, ma questi ci rizzano la carne.
Dona licenza alle mie mani erranti, lasciale andare
avanti e indietro, in mezzo, sopra e sotto.
Oh mia America! Mia nuova terra scoperta,
mio regno, più sicuro se solo un uomo lo domina,
miniera di pietre preziose, mio Impero,
come sono benedetto in questo mio scoprirti!
Entrare in questi ceppi significa essere liberi;
dove metto la mia mano sarà il mio suggello.
Completa nudità! Tutte le gioie a te sono dovute,
come le anime si separano dal corpo, così i corpi si devono spogliare
per gustare la gioia interamente. Le gemme che voi donne usate
sono come i miei dorati pomi d'Atlanta, davanti allo sguardo degli uomini,
tali che quando l'occhio di uno stupido s'illumina a una gemma
la sua anima terrena non vuole la donna, ma vuole i suoi beni.
Come dipinti, o come gaie rilegature di libri
fatte per i profani, così sono le vesti delle donne;
in sè le donne sono libri mistici che solo noi,
fatti degni della loro grazia, vediamo rivelati.
E poiché io sono chiamato a conoscere tanto,
liberamente mostrati come a una levatrice;
getta via tutto, si, getta i tuoi bianchi lini:
all'innocenza nessuna penitenza è mai dovuta.



Per insegnarti, per primo ecco son nudo; allora dunque,
per coprirti che altro ti occorre più di un uomo?


John Donne

venerdì 14 aprile 2017

Le origini la storia e la leggenda dell'uovo di Pasqua




BUONA PASQUA
DA L'ISOLA di E'RIU!





L'uovo di Pasqua è un dolce della tradizione pasquale, divenuto nel tempo uno dei simboli della stessa festività della Pasqua cristiana, assieme alla colomba. La tradizione del classico uovo di cioccolato è recente, ma il dono di uova vere, decorate con qualsiasi tipo di disegni o dediche, è correlato alla festa pasquale sin dal Medioevo.

Le origini della simbologia dell’uovo risalgono a tempi antichissimi, addirittura precedenti alla nascita della religione cristiana. Il simbolo principale che ha da sempre rappresentato l’uovo è quello della vita, ma anche quello che riguarda la sacralità ha rivestito un ruolo importante, già da millenni prima di Cristo.

Alcune culture pagane consideravano il cielo e la terra come due parti che unite formavano un uovo, mentre gli egiziani ritenevano che fosse il centro dei quattro elementi: terra, aria, fuoco e acqua.

Per quanto riguarda la tradizione di donare uova, si hanno documentazioni dai tempi degli antichi Persiani, che erano soliti scambiarsi le uova di gallina (a volte sommariamente decorate a mano) al principio della primavera. Quindi l’uovo, seguendo un filo conduttore logico, rappresenta dapprima la vita, poi la primavera e dunque la rinascita, andando poi a delinearsi, con l’avvento del cristianesimo, come simbolo della risurrezione, appunto della rinascita dell’Uomo.

L’uovo è oggi una pietanza tipica delle festività pasquali: prima, infatti, veniva conservato durante la Quaresima, a causa del digiuno, per venire poi consumato successivamente. La tradizione balcanica e quella greco ortodossa prevedono la preparazione dell’uovo (rassodamento e decorazione con il colore rosso) durante il giovedì santo ed il suo consumo durante il giorno di Pasqua.

Ma è l’uovo di cioccolata quello che ha avuto la sua maggiore diffusione, soprattutto a partire dal XX secolo, e vanta il maggior consumo durante il periodo pasquale. E l’aggiunta, al suo interno, di un regalo è stata probabilmente la molla che ha fatto incrementare la sua popolarità in ambito commerciale, in particolar modo tra i più piccoli. Di fatti, fino a pochi decenni fa, la preparazione delle uova di cioccolato era di pertinenza di esperti artigiani cioccolatai, ma in tempi più recenti l’incremento nella richiesta ha reso necessario un processo di tipo industriale. Certo, le uova artigianali restano pregiate, ma la loro diffusione è nettamente inferiore rispetto a quelle commerciali. Adesso è anche possibile optare per differenti tipi di cioccolata, sempre più soggetta ad inchieste di marketing, come quella di soia, quella aromatizzata alla frutta, quella al peperoncino e tanti altri tipi, oltre ovviamente al classico binomio fondente – al latte.

La fortuna delle uova commerciali è da collegarsi alla presenza, al loro interno, dei giocattoli più in voga del momento che, di fatto, trasformano le uova in meri contenitori di prodotti, togliendo loro tutto il senso intrinseco che possedevano un tempo. Così il cioccolato passa in secondo piano, così come la sua qualità.

In alcune aree del mondo, però, la vera tradizione non è ancora stata persa e all’uovo di cioccolata viene ancora preferito quello classico della gallina; in modo particolare gli ortodossi, che vedono nell’uovo di cioccolata l’immagine di una mera strumentalizzazione consumistica della Pasqua.

La tradizione italiana prevede il consumo dell’uovo di cioccolato dopo il pranzo, anche se ora la forte influenza commerciale ha anticipato i tempi di diverse settimane.

Lo scambio di uova prima del Cristianesimo

L'uovo ha avuto marcati tratti simbolici sin dai tempi antichi, come nel caso del simbolo dell'uovo cosmico. Le uova, infatti, hanno spesso rivestito il ruolo del simbolo della vita in sé, ma anche della sacralità: secondo alcune credenze pagane e mitologiche del passato, il cielo e il pianeta erano considerati due emisferi che andavano a creare un unico uovo, mentre gli antichi Egizi consideravano l'uovo come il fulcro dei quattro elementi dell'universo (acqua, aria, terra e fuoco).

La tradizione del dono di uova è documentata già fra gli antichi Persiani, dove era diffusa la tradizione dello scambio di semplici uova di gallina all'avvento della stagione primaverile, seguiti nel tempo da altri popoli antichi quali gli Egizi, i quali consideravano il cambio di stagione una sorta di primo dell'anno, i Greci e i Cinesi. Spesso le uova venivano rudimentalmente decorate a mano.

L'uovo pasquale nel Medioevo

L'usanza dello scambio di uova decorate si sviluppò poi anche, nel Medioevo come regalo alla servitù. Nel medesimo periodo l'uovo decorato, da simbolo della rinascita primaverile della natura, divenne con il Cristianesimo il simbolo della rinascita dell'uomo in Cristo. La diffusione dell'uovo come regalo pasquale sorse probabilmente in Germania, dove si diffuse la tradizione di donare semplici uova in occasione di questa festività.

Un uovo Fabergé.

Sempre nel Medioevo prese piede anche una nuova tradizione:la creazione di uova artificiali fabbricate o rivestite in materiali preziosi quali argento, platino ed oro, ovviamente destinata agli aristocratici e ad i nobili. Edoardo I, re d'Inghilterra dal 1272 al 1307, commissionò la creazione di circa 450 uova rivestite d'oro da donare in occasione della Pasqua.

L'uovo di Pasqua oggi

Uova di Pasqua colorate in rosso, tipiche della tradizione cristiana di rito orientale. In diverse tradizioni pasquali l'uovo continua a mantenere un ruolo durante tutto il periodo delle festività. Durante il periodo di Quaresima, in virtù del digiuno, le uova vengono spesso non consumate ed accumulate per il periodo successivo. Nella tradizione balcanica e greco ortodossa l'uovo, di gallina, cucinato sodo, da secoli viene colorato, tradizionalmente di rosso, simbolo della Passione, ma in seguito anche di diversi colori, in genere durante il giovedì santo, giorno dell'Ultima Cena, e consumato a Pasqua e nei giorni successivi. Il giorno di Pasqua, in molti riti, si compie la benedizione pubblica delle uova, simbolo di resurrezione e della ciclicità della vita, e la successiva distribuzione tra gli astanti.

Prima del consumo, in particolare nella tavolata di Pasqua, ognuno sceglie il proprio uovo e ingaggia una gara (τσούγκρισμα) con i commensali, scontrandone le estremità, fino ad eleggere l'uovo più resistente. Questo viene considerato di buon augurio. Le colorazioni vengono effettuate attualmente con coloranti alimentari tipici della pasticceria, ma in passato si utilizzavano prodotti vegetali, tra cui la buccia esterna delle cipolle di varietà rossa.

Immagine correlata

Successivamente, prevalentemente nell'ultimo secolo è invalso l'uso dell'uovo di cioccolata, arricchito al suo interno da un piccolo dono. Se fino a qualche decennio fa la preparazione delle classiche uova di cioccolato era per lo più affidato per via artigianale a maestri oggi l'uovo di Pasqua è un prodotto diffuso soprattutto in chiave commerciale. La preparazione delle uova di Pasqua delle più svariate dimensioni trova inizio anche più di un mese prima del giorno della Pasqua, come effettivamente accade anche per l'albero di Natale nel periodo natalizio. La produzione delle uova di cioccolato, in Italia, è affidato per la maggiore alle grandi ditte dolciarie. Attualmente, però, sembrano trovare ampi campi di diffusione le uova a tema, cioè uova di Pasqua incentrate su un cartone animato, un film o una squadra di calcio.

Alcuni ovetti di Pasqua in cioccolato.Ciò nulla toglie alle classiche uova di cioccolato preparate artigianalmente che sono tuttora molto diffuse, soprattutto all'estero. In altri paesi, come la Francia, è tradizione istituire in aree verdi delle cacce pasquali al tesoro, in cui le uova, preparate artigianalmente e di dimensioni ridotte, vengono nascoste fra gli alberi e vengono poi ritrovate dai bambini. Tale tradizione sta oggi però affievolendosi per via della diffusione globale dell'uovo pasquale prodotto e distribuito commercialmente.

In molti altri paesi, infine, all'uovo di cioccolato viene ancora anteposto l'uovo di gallina solitamente cucinato sodo. Anche nei paesi di religione ortodossa, tuttavia, permane la tradizione delle uova di gallina, in risposta alla diffusione delle uova prodotte commercialmente, giudicate dagli ortodossi una strumentalizzazione consumistica della Pasqua. In Italia l'uovo sodo come simbolo pasquale è rimasto presente soprattutto accompagnato dalla tradizionale colomba pasquale o durante il pranzo. Anche in Arabia l'uovo di Pasqua rappresenta la resurrezione di Gesù.


domenica 9 aprile 2017

Il rubinetto triste

facce negli oggetti


Nella presta mattinata
stanca ancor più
di quando m'ero coricata
ho aggredito il rubinetto
tutta la notte ha fatto gocce
e lo credevo rotto

Scendean
e non avean resa
una poi l'altra
in rapida discesa

Mi sono avvicinata
con la pinza aperta
senza sapere
dove metter mano
e intanto
goccia su goccia
un liquido azzurrino
scendeva piano

piano

Osservavo
il pianto suo
farsi di - rotto

Intanto
un altro rubinetto
più emotivo
dilagava su in cucina
al quarto piano

Era in subbuglio
tutto il caseggiato
chi cacciava viti
chi urletti da soprano
chi sosteneva
: -  E' il dado!
Dev'essere svitato...

Nel fondo del piazzale
d'improvviso
un tonfo sordo

Morta era
ahimè
la tubatura principale

Ci guardammo tutti
tristi in volto
e lentamente
dai bassi fino agli alti piani
i rubinetti che dalla notte
di quell'agonia
sapevan tutto

cessarono di piangere
quel prematuro lutto

sabato 8 aprile 2017

Inutile istante




Attingo
ad una sera d'autunno
quando la pioggia scendeva
contemporaneamente
alla sera

Inutile istante
spalmato nel grigio di piombo
frenato dal rosso
di un'auto che passa
un attimo inutile
un momento di nulla
senza pensieri
lasciando alitare
il mio fiato a sfumare

-dai vetri-

il contorno del mondo

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Non sia mai ch'io ponga impedimenti all'unione di anime fedeli; Amore non è Amore se muta quando scopre un mutamento o tende a svanire quando l'altro s'allontana. Oh no! Amore è un faro sempre fisso che sovrasta la tempesta e non vacilla mai; è la stella-guida di ogni sperduta barca, il cui valore è sconosciuto, benché nota la distanza. Amore non è soggetto al Tempo, pur se rosee labbra e gote dovran cadere sotto la sua curva lama; Amore non muta in poche ore o settimane, ma impavido resiste al giorno estremo del giudizio: se questo è errore e mi sarà provato, io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato. W. Shakespeare

J.W. GOETHE

J.W. GOETHE
Si dovrebbe, almeno ogni giorno, ascoltare qualche canzone, leggere una bella poesia, vedere un bel quadro, e, se possibile, dire qualche parola ragionevole. Johann Wolfgang Goethe

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