POESIE
venerdì 16 novembre 2018
Allegrezza
L'allegrezza che vibra il timpano all'orecchio
si diverte come una risata
come il sorriso
tintinna come un vetro
e fa bum sul cuore
quando sbattendo la porta
esce dalla bocca
già sapendo di tornare
sabato 27 ottobre 2018
Piaceri notturni
Anche noi ci fermiamo a sentire la notte
nell’istante che il vento è più nudo: le vie
sono fredde di vento, ogni odore è caduto;
le narici si levano verso le luci oscillanti.
Abbiamo tutti una casa che attende nel buio
che torniamo: una donna ci attende nel buio
stesa al sonno: la camera è calda di odori.
Non sa nulla del vento la donna che dorme
e respira; il tepore del corpo di lei
è lo stesso del sangue che mormora in noi.
Questo vento ci lava, che giunge dal fondo
delle vie spalancate nel buio; le luci
oscillanti e le nostre narici contratte
si dibattono nude. Ogni odore è un ricordo.
Da lontano nel buio sbucò questo vento
che s’abbatte in città: giù per prati e colline,
dove pure c’è un’erba che il sole ha scaldato
e una terra annerita di umori. Il ricordo
nostro è un aspro sentore, la poca dolcezza
della terra sventrata che esala all’inverno
il respiro del fondo. Si è spento ogni odore
lungo il buio, e in città non ci giunge che il vento.
Torneremo stanotte alla donna che dorme,
con la dita gelate a cercare il suo corpo,
e un calore ci scuoterà il sangue, un calore di terra
annerita di umori: un respiro di vita.
Anche lei si è scaldata nel sole e ora scopre
nella sua nudità la sua vita più dolce,
che nel giorno scompare, e ha sapore di terra.
[1933]
(da Lavorare stanca 1936-1943 in C. Pavese – Le poesie, Einaudi 1998)
martedì 11 settembre 2018
C’è voluto del sacrosanto demerito
C’è voluto del sacrosanto demerito
una sera di un mese qualunque
di un giorno che forse so
di un anno che mi appartenne
e di corsa
se ne andò
Sperperando gesti felici
naufragai di parole arenate
là dove un’ Alba di Luna
fermando l’onda
brillò di sabbia al sole nascente
quel meritato silenzio
dal suono limpido
taciuto con te
venerdì 7 settembre 2018
Non ti baratto mia armonia
con la nitente lusinga d'una supplica svenevole
che s'agita infeconda dentro al petto
né cedo la fruttifera certezza
di quei giorni tutti uguali
quella malinconia serena
che fa di un pensiero
un sospiro
Di che timori angoscia la mia mente
il passaggio improvviso d'un canto solitario
Nulla ho da temere io che ho ceduto
è vero
ma alla lusinga di un imperfetto sogno felice
mercoledì 5 settembre 2018
Vecchio
Il sorriso biascicato a stento
inceppa
sul fiato
la parola
a sorreggere le mani è rimasto il tempo
e il bastone liscio di nodi
è adesso una corona
brevemente troppo lunga
come la tua vita grama
scivola tra le dita
e non c'è più tempo
lo sguardo bianco già si perde lontano
lungo un orizzonte nuovo
ormai
divenuto piano
sabato 1 settembre 2018
In nessun luogo
In nessun luogo c'è bisogno di noi
un pianto che si fa sospeso
un fischio perso già nel soffio
un richiamo per gli uccelli
forse
un canto
un suono che si accordi alla mia pelle
o in disaccordo una nota
che stridendo scuota
cosa importa
qualunque cosa purché mi vibri dentro
Invece solo voci da un capo all'altro della strada
ingoiate dallo scoppio di un motore
inutili
come nella notte
la luce ai morti
come nella notte
la luce ai morti
martedì 10 luglio 2018
Il mare è una tomba senza epitaffio
Silenziosa è ora l’onda ciarlatana
che si frangeva sugli scogli giù alla baia
non cricchia più la schiuma
tra i sassi all’arenile
Tutto è silenzio adesso
e tutto grida
ed è una lacrima la perla nella valva
e l’alga è un fiore
portato a quella tomba
senza nome né epitaffio
sabato 9 giugno 2018
giovedì 7 giugno 2018
Che rimanga pietra
Metti che sia una parola
una sempre in ritardo
una che cerca credito
solida che resti - nonostante tutto
che rimanga pietra
che si faccia incontrare così per caso
solo per vederci sbalordire il viso
solo per darci un senso di assoluto
che si e ci faccia credere
perfetta-perfetti
immortali
al contrario delle cose del mondo
giovedì 24 maggio 2018
Il colore e l'insonnia
E' un dialetto
un gesticolare verbale
fra segno e materia
Un pendolo oscilla
confonde ai miei occhi
il colore e l'insonnia
Un sonno
Un sogno
camminando sull'acqua
disegno animali
dalla coda mozzata
Non voglio resuscitare
in un nuovo cielo:
L'azzurro m'inquieta
venerdì 9 marzo 2018
Mi piacerebbe proprio inventare una parola.
Mi piacerebbe proprio inventare una parola. Ma una parola bella. Stella, croccante, mamma, planetario, coccinella, biplano, astro: chi le avrà inventate queste parole belle e tutte le altre che lo sono?
Certo all'inizio sarà stato facile, potevi fare come ti pareva perché le parole erano tutte da inventare. Ti svegliavi una mattina e dicevi: "scoiattolo" e quel nome lo assegnavi alla prima cosa che ti trovavi davanti agli occhi.
Se, ad esempio, la prima cosa che avevi visto era un chicco di grandine, da quel momento si sarebbe chiamato scoiattolo.
"Vengono giù scoiattoli grossi come noci!", si direbbe oggi, sempre ipotizzando che per noci si intendano i famosi frutti e che questa parola non fosse stata assegnata ai girini dello stagno.
Comunque vada, le parole quando sono belle fanno bene.
Io ne vorrei inventare una nuova, bellissima, che cacci via la stanchezza e mi faccia sentire come quando dopo aver camminato a lungo senza ombrello sotto la pioggia fredda, ti immergi in un bagno tiepido e fumoso che qualcuno ha preparato per te.
Simone Angelo Cannatà)
saggezza
La saggezza dei vecchi è un contagio
fa male alle ossa e lacrima agli occhi
è un pezzo di terra
con la semina pronta
ghiacciato dal primo tepore di marzo
è una dimenticanza
una solitudine preannunciata
fin da quando
guardando lontano
si vedeva la neve sul monte
brinare le strade
al passo veloce di un giovane stanco
lunedì 26 febbraio 2018
il dubbio di Ida
Batte sul petto
con la mano aperta
e ad ogni colpo ascolta
se quel fragore
che le muove
nella mente il cuore
tace
Un segno della croce
un altro
e un altro ancora
non bastano stasera
a darle pace
venerdì 9 febbraio 2018
Accade ...
Accade che le affinità d'anima
non giungano ai gesti e alle parole ma
rimangano effuse come un magnetismo.
É raro ma accade. Può darsi
che sia vera soltanto la lontananza,
vero l'oblio, vera la foglia secca
più del fresco germoglio.
Tanto e altro può darsi o dirsi.
Comprendo la tua caparbia volontà di
essere sempre assente perché
solo così si manifesta la tua magia.
Innumeri le astuzie che intendo.
Insisto nel ricercarti nel fuscello
e mai nell'albero spiegato, mai nel pieno,
sempre nel vuoto: in quello che
anche al trapano resiste.
Era o non era la volontà dei numi
che presidiano il tuo lontano focolare,
strani multiformi multanimi animali domestici;
fors'era così come mi pareva
o non era. Ignoro se
la mia inesistenza appaga il tuo destino,
se la tua colma il mio che ne trabocca,
se l'innocenza é una colpa oppure
si coglie sulla soglia dei tuoi lari.
Di me, di te tutto conosco,
tutto ignoro.
non giungano ai gesti e alle parole ma
rimangano effuse come un magnetismo.
É raro ma accade. Può darsi
che sia vera soltanto la lontananza,
vero l'oblio, vera la foglia secca
più del fresco germoglio.
Tanto e altro può darsi o dirsi.
Comprendo la tua caparbia volontà di
essere sempre assente perché
solo così si manifesta la tua magia.
Innumeri le astuzie che intendo.
Insisto nel ricercarti nel fuscello
e mai nell'albero spiegato, mai nel pieno,
sempre nel vuoto: in quello che
anche al trapano resiste.
Era o non era la volontà dei numi
che presidiano il tuo lontano focolare,
strani multiformi multanimi animali domestici;
fors'era così come mi pareva
o non era. Ignoro se
la mia inesistenza appaga il tuo destino,
se la tua colma il mio che ne trabocca,
se l'innocenza é una colpa oppure
si coglie sulla soglia dei tuoi lari.
Di me, di te tutto conosco,
tutto ignoro.
mercoledì 7 febbraio 2018
come non ci fosse altro che il mare
quando sui miei occhi
tracciava un sorriso
Felice come un nostro stare tra i sensi
sdraiati
come se davanti a noi ci fosse il mare
come non ci fosse altro che il mare
tra noi e il mare
sabato 3 febbraio 2018
Diary
Facebook è un diario, qualche volta impietoso. Qualche anno fa in questo stesso giorno fotografai la neve che cadeva in collina. Poi ci fu un due febbraio che piovve tanto. Un anno fotografai un ramo di mandorlo fiorito contro un cielo blu, segno che proprio oggi era già primavera.
Tutto torna. Anche le parole che hai scritto. A volte è un piacere e a volte è un dolore, ma i diari sono sempre esistiti ed erano agende, quaderni, foglietti sparsi. Per qualcuno il calendario appeso al muro.
Io ero uno disordinato. Potevo conservare il conto di una cena al ristorante e anni dopo attraverso quello ricordare l’esatta immagine di quella cena. Persino la faccia dei camerieri e la luce che c’era. Però scrivere no, non prendevo appunti.
Il tempo poi faceva la sua parte, cancellava i ricordi meno belli, alcuni li trasformava in meglio, qualcuno sembrava proprio che non ti appartenesse e qualcuno rimaneva tale e quale.
Oggi c’è vento. Tanto vento.
Lo dico per gli anni che verranno.
/Simone Angelo Cannatà)
venerdì 26 gennaio 2018
come artefici di stelle
Da piccola vedevo ad occhi chiusi
mio padre che teneva stretta la mia mano
ed annusavo i suoni della strada
come fa il cane per non perderne la traccia
un giorno come un altro
lo stesso cielo
lo stesso volto ambiguo che illude
in un sorriso mi ha smarrito
Adesso mi sei nei fuochi dell'anno nuovo
sparati insieme come artefici di stelle
e ti cerco nell'odore delle cose
ma non sono un buon cane
ad occhi aperti
ti sono figlia e padre
Adesso mi sei nei fuochi dell'anno nuovo
sparati insieme come artefici di stelle
e ti cerco nell'odore delle cose
ma non sono un buon cane
ad occhi aperti
ti sono figlia e padre
mercoledì 24 gennaio 2018
Di tante volte
Di tante volte
(molte più di quanto sia lecito pensare)
che avevo chiuso gli occhi nella ricerca di ristoro
di quelle volte adesso ricordo solo
che non ricordavo affatto
in quel riposo temporaneo e assai confuso
che ampio fosse il respiro
quando
il giorno è lungo tanto
quanto
un passeggiare lento
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