Mi sono sempre chiesta il perché e chi avesse fatto tale scelta che trovo appropriata e sicuramente simbolica. La mimosa sboccia proprio in questi giorni, è delicata e forte e profuma, come pochi altri fiori, di primavera. Non ha un profumo prezioso, speziato, ma è un insieme infinito di delicatezza, freschezza: ci si sente un po' della rosa, una traccia di erba che spunta, l'odore dell'acqua e poi, ha il colore del sole. Le foglie hanno una lato più scuro ed uno luminoso, come l'animo di noi donne.
Cercando sul web ho trovato la risposta.
Eccola:
Ma perché proprio la mimosa per celebrare l’8 marzo? Perché proprio i rametti dai pallini gialli dal profumo intenso e delicato? La mimosa, appartenente alla famiglia delle Mimosaceae, è il simbolo per eccellenza della Festa delle Donne, per via di un avvenimento storico tutto italiano. Nel 1946, su iniziativa delle attiviste Rita Montagnana e Teresa Mattei, l’UDI (Unione Donne in Italia), giunse a scegliere la mimosa, dopo un percorso alquanto complesso. Le donne preferivano l’orchidea, ma la Mattei, che l’anno dopo avrebbe fatto parte dell’Assemblea Costituente, per evitare la scelta ricadesse su un fiore costoso come quello, si inventò una leggenda cinese, raccontando che la mimosa rappresentava per quel popolo il calore familiare e il simbolo della gentilezza femminile, convincendo così il gentil sesso a propendere per i rametti. Una pianta pioniera, spontanea, scelta come simbolo della rivendicazione dei diritti femminili, come emblema della lotta per farli valere; facilmente reperibile proprio in questo periodo, poco costosa, con fiori luminosi, solari, apparentemente delicati, ma forti e rigogliosi… caratteristiche che, a ben vedere, sono tipiche di noi donne!
di Caterina Lenti
di Caterina Lenti
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