ANTONELLA BORGHINI: "POESIE INEDITE"
Gentilissimo Professor Pardini,
grazie per la richiesta di mie poesie da pubblicare sul suo blog. Ne sono onoratissima.
Che dire, mi chiamo Antonella Borghini, sono nata a Roma e vivo in Toscana.
Scrivo poesie dal 2008, prima le pensavo e basta. E' vero, le pensavo.
Tutto qua.
(Le invio cinque poesie fra le ultime scritte, scelga Lei quelle che ritiene migliori.)
Il mio lamento non è più canto
Mi sono immaginata aquila
mentre volavo verso il sole
e del sole avevo la luce dentro agli occhi
e degli occhi lo sguardo dentro al cuore
e il cuore mi ha tradita
Il mio lamento
non è più canto
d'anima ferita
ma il cigolare lento
dell'ultima inferriata
serrata
tra me e la vita
Soliloquio con il mare
Perché sei qui
mi chiede il mare
mentre non la smette di ondeggiare
è freddo
oltre le scogliere
si perde il biancheggiare
acuto delle vele
Son qui
perché tu solo sai tacere
e non mi chiedi di restare o di capire
e ogni nuova onda è un nuovo mare
Ti porto via con me
propone l'onda
mentre si abbatte
fragorosa e tonda
vacillando la mia posizione
No
ho gli occhi stanchi
e stanco ho il cuore
e su sé stesso
s'è accasciato
persino lo stupore
Il mio orizzonte
si confonde nelle sere
e non mi serve più
guardare
... per vedere
Comincia dagli occhi
Comincia dagli occhi
che strano
mi scalda
la voce un po' roca
sì
ma vedo
ed è questo a portarmi lontano
La mano che stringe
che dolce accarezza
le nuche imbiancate
la scure
che spacca la brezza che arriva dal mare
Le foglie d'ulivo
bruciare
nel tuo focolare
Vedo le strade
deserte
assolate
ma fredde
adesso che l'estate è finita
sul muro non resta
della rosa
che l'ombra fiorita
Anima di albero
Con l'anima di un albero
che fa da nido al volo
sono partita per il mio
sgangherato viaggio
Viaggio
tra le torri irte
dove la quiete
ti scuote e ti consola
prendendoti alle spalle
con un soffio sul collo
-come furtivo bacio-
Bacio liberato
mentre lascio orme
da stambecco
dietro me
e alzo polvere con ali da sparviero
Con ali di sparviero
poi
ho sospinto il mio destino
di nascoste conchiglie
su impreziosite rocce di corallo
di pesci dal cuore giallo
che su limpide scogliere
san farsi di luce
alla nascente Luna
Luna nascente
cambi in febbre
ai dormienti amanti
con occhi iridescenti
illuminami il viaggio
L'invisibile cambiamento
E' una inclinazione
quella alla decadenza
L'invisibile cambiamento
è un paesaggio d'inverno
che invoca
a trattenere il fiato
per quella luce radente
che ghiaccia
come suono d'organo
nelle cattedrali
E così è
che io taccio
per non disperdere
un solo istante
del mio inverno
Nazario Pardini
Poesie fresche, contaminanti, liricamente coinvolgenti, dove l'anima dell'autrice trova l'alcòva adatta, attinente alle sue vibrazioni esistenziali. La Borghini si lascia avvincere da quello che risplende, da quello che fugge attorno a lei, da quello che illumina il viaggio; insomma da tutto ciò che, in maniera più consona, concretizza le sue meditazioni estemporanee, vicine al sentire di ognuno: le foglie che bruciano nel focolare, le strade deserte, assolate ma fredde, l'estate finita, l'ombra fiorita della rosa: tempus fugit; il sentimento eracliteo dell’essere e dell’esistere; il senso della precarietà del giorno si insinua nel pensiero della Borghini; un senso che la porta a vivere, intensamente, ogni frangente della vita; senza distinzioni temporali; vere elegie semantiche:
E così è
che io taccio
per non disperdere
un solo istante
del mio inverno
Tanti momenti di un diacronico evolversi sentimentale che invade gli spazi sottostanti del pensiero. Ma il massimo della liricità sta in quel soliloquio che la poetessa snocciola con il mare:
Son qui
perché tu solo sai tacere
e non mi chiedi di restare o di capire
e ogni nuova onda è un nuovo mare
Ti porto via con me
propone l'onda
mentre si abbatte
fragorosa e tonda
vacillando la mia posizione
Ci sono qui tutte le occasioni ispirative per una poesia che sboccia nei giardini del reale per azzardare fughe verso approdi/oltre, per tramutare in gaudio le lacrime, o per trovare spazi alla soltudine. E la natura aiuta. Con tutta la sua potenza cromatico-allusiva, con tutte le sue immagini sincronizzate al bisogno di andare al di là degli spazi ristretti,la natura aiuta gli intendimenti poetici della poetessa che fa della spontaneità l'arma vincente del suo canto. Un canto che raggiunge questa simbiotica fusione fra anima e parola con l'apporto di figure stilistiche indirizzate ad una armonia di sapore pucciniano. Vere romanze di grande impatto musicale: rime, assonanze, consonanze, allitterazioni, ossimori, enjambements... Spartiti di note di avvincente sonorità. Chidermi di fare una selezione fra queste poesie non è giusto. Tutte concorrono, ognuna coi suoi abbrivi, a tratteggiare un’artista tutta volta a dire di sé tramite una ricerca emotivo-verbale, tramite un percorso tradizionale/innovativo. E quello che soprattutto risalta da questo canto è una curiosità vivace che si alimenta di audaci scoperte. Quelle scoperte che sa donare la Poesia. E la Nostra crede nella Poesia, e le affida il compito di narrare il senso della vita: il nostro esser/ci, i tanti perché, le insicurezze e le palpabili bellezze di un mondo che ci adorna. Un mondo in un verso lavorato, ri/cercato, intrecciato, armato di quella semplicità che il De Sanctis definisce il “cuore della Forma”.