POESIE

martedì 6 agosto 2013

IRA

L'ira è una breve follia


Per questa ragione qualcuno tra uomini saggi disse che l’ira fosse una pazzia: ugualmente infatti è incapace di dominare sé stesso, dimentica il conveniente, immemore degli obblighi, è incurante di sé tra i parenti, ostinatamente rivolta a ciò che si è prefissa, chiusa alla ragione e ai consigli, agitata per motivi vari, incapace di distinguere il giusto, molto simile alla rovine che sono ciò che oppressero sono abbattute.

Seneca



















Non arriva niente qui
niente che io comprenda
come una posa di mattoni

Se spingo lo sguardo oltre
il vitale opus incertum
o meglio
se lo sguardo decide 
di andarne oltre
non c'è che un
isolato a separare
la mia felicità
dall'inquietudine


Troppo spesso mi costringe
o meglio ancora mi invita
alla riflessione
l'assurda opera
che l'ingegno compie
quando ascolta
(spesso all'alba)
la parte più distante
dalla realtà
Quell'equinoziale saggezza
che limita e delimita
o forse semplicemente
imita con stoltezza
la veggente
insanità

















2 commenti:

  1. :)) ciao bellina!
    Mi intenerisce/ la voce della giovinezza/ che scrive e scrive/ un verso e ancora un verso...

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  2. quella foto mi fa pensare ad una fuga d'archi molto simile vista qualche anno fa al tempio di Giove Anxur sopra Terracina.
    M'impressionò tanto per quell'aria da quinta teatrale, quell'atmosfera montaliana di luogo dove qualcosa dovrà accadere di lì a poco.
    Quasi che la realtà tutta fosse solo un fondale ( e proprio per questo, così teatrale in quanto pura rappresentazione) che presto si potesse squarciare e l'inganno finire...
    il varco, il varco aprirsi...

    "Vedi , in questi silenzi in cui le cose
    s'abbandonano e sembrano vicine
    a tradire il loro ultimo segreto
    talora ci si aspetta
    di scoprire uno sbaglio di Natura ,
    il punto morto del mondo , l'anello che non tiene ,
    il filo da disbrogliare che finalmente ci metta
    nel mezzo di una verità .
    Lo sguardo frugal d'intorno,
    la mente indaga accorda disunisce
    nel profumo che dilaga
    quando il giorno più languisce .
    Sono i silenzi in cui si vede
    in ogni ombra umana che si allontana
    qualche disturbata Divinità

    Ma l'illusione manca e ci riporta il tempo
    nelle città rumorose dove l'azzurro si mostra
    soltanto a pezzi , in alto , tra le cimase .
    La pioggia stanca la terra , di poi ; s'affolta
    il tedio dell'inverno sulle case ,
    la luce si fa avara – amara l'anima .
    Quando un giorno da un malchiuso portone
    tra gli alberi di una corte
    ci si scrosiano
    le loro canzoni
    le trombe d'oro della solarità."

    Ecco, un pò è così.

    RispondiElimina

scripta manent

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