Avessi il suono che di nacchera
gli calpestò la notte
e della notte mi fece padrona
Calda e invitante
al pasto della Luna
Notte
da trattenere
a morsi sulla pelle
Notte
di quando rubai
il sonno degli amanti
con le mie gambe nude ai sedotti mattini
con le aurore a piovere a dirotto
d’anima e destini
Ah!
Fosse di nuovo il tempo
dell’insonnia
delle ore maledette
e delle labbra strette
in cerca d’abbandono
Nessun commento:
Posta un commento
scripta manent