POESIE

venerdì 19 aprile 2013

Beni culturali



Martina Colombari fa la restauratrice nella fiction "il Restauratore"





Questo è il mio lavoro.



Amo il mio lavoro, lo amo a tal punto da sentirmi quasi in colpa nel definirlo, il mio lavoro.
Purtroppo oggi è difficile lavorare.  Mancano i soldi e la cultura non è pane. Siamo con i sassi alle porte. Tutti costretti a stringere cinture e denti per soddisfare i bisogni primari.

-Del braccio di Ferdinando III di Lorena, spezzato dai vandali, se ne può fare  a meno... -

I soldi mancano ai privati e mancano agli Enti preposti (la chiudo qui, non mi va di polemizzare). Diciamo che i soldi degli sponsor si trovano in qualche modo, ma difficilmente sponsorizzano restauri per beni di minor richiamo, di minor impatto mediatico. Non sono enti di beneficienza e il loro impegno economico deve avere un ritorno d'immagine. E' vero che il nostro Paese è colmo, ricco, strabordante di bellezze architettoniche, paesaggistiche, di dipinti, affreschi, sculture... sono la risorsa più grande, oltre a quella umana. La nostra risorsa più grande.
E' anche vero però, che c'è  un patrimonio culturale intermedio che si sta velocemente ormai, polverizzando. E' il tessuto del nostro quotidiano, la bellezza delle nostre città, dei nostri paesaggi. Non sta dentro ai musei, ma è godimento e bellezza per chi, come noi ha la fortuna di viverci. Rappresenta un "patrimonio in affido" da conservare nel rispetto di chi, attratto da tutto ciò, ci fa visita e nel rispetto di chi, domani, ci vivrà al posto nostro. Facciamo qualcosa.

Anto

Dal 2012 




"Il comma 46 dell'art. 23 della legge 15 luglio 2011 n. 111 ha operato un ampliamento delle finalità della destinazione del 5 per mille dell'imposta sui redditi delle persone fisiche, inserendo, tra le scelte che il contribuente può compiere, anche il finanziamento delle attività di tutela, promozione e valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici.

Nella dichiarazione dei redditi del 2012 è stato inserito un sesto, apposito riquadro, in modo da consentire ai contribuenti, che intendano compiere questa scelta, di destinare il beneficio del 5 per mille al sostegno delle attività di tutela, promozione e valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici.

La scelta, da parte del contribuente, di tale destinazione della quota del 5 per mille dell'imposta sui redditi, può essere effettuata mediante la semplice sottoscrizione (firma) e senza la necessità di ulteriori specificazioni (in ordine al codice fiscale del contribuente o alla denominazione del Ministero), e ciò al fine di facilitare al massimo la compilazione.




Così come esiste una salute di natura 'fisica' che è necessario preservare attraverso la cura del corpo, esiste una salute di natura 'spirituale', un benessere dell'anima legato anche alla possibilità di fruire pienamente delle bellezze dell'impareggiabile patrimonio culturale e paesaggistico nazionale. Tale patrimonio è un bene genuinamente 'nostro': ci appartiene e spetta a ciascuno di noi mantenerlo in buono stato. Il restauro è premessa irrinunciabile a un'altrettanto importante attività per il nostro Paese, ovvero la valorizzazione e la promozione di un capitale unico al mondo; una risorsa strategica per l'Italia di oggi e di domani.

Ogni singolo cittadino, con la sua firma, può dunque contribuire direttamente a questa preziosa azione a favore del patrimonio culturale e paesaggistico." (da Youtube)










8 commenti:

  1. Cara Anto ,hai messo un post molto interessante . L'Italia è piena di ogni bellezza Chiese, ,Piccoli tempietti Palazzi che ricordano migliori altri tempi e ancora ancora ....Ma Cosa vedi : tutto lasciato andare ,ogni volta che vengo in Italia mi piange un pò il cuore di vedere questa indifferenza per le cose di così un grande valore culturale e artistico ,abbandonate,così come fossero niente .Non so se mi sono spiegata bene, a Volte mi mancano le parole ,dopo anni che abiti all'estero ,il tuo vocabolario diventa più ristretto Un abbraccio Bianca

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    1. Sì sì cara Bianca, sei stata chiarissima. L'Italia è stracolma di cose che non solo sono belle ma, sono le radici dei nostri padri, della nostra vita. Non prestare attenzione alla loro salute è come non prestare attenzione alla salute di chi vogliamo bene, perché il nostro passato è anche il loro passato; frutto delle loro fatiche, della loro cultura.

      Un abbraccio a te

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  2. Hai fatto proprio bene a fare questo post. Purtroppo è un periodo brutto, ma io credo che la nostra vita, e dei nostri figli parte tutta da li, dalla cultura... e quindi credo che donare il 5x1000 sia la cosa più sensata che si possa fare, io l'ho fatto ieri e con grande soddisfazione.
    Avrei tanto desiderato fare la restauratrice, ma chidere ai miei di fare una scuola artistica era come chiedere di fare una cosa fuori dal mondo, purtroppo e così mi sono diplomata in altro. Io come mamma non ho impedito di frequentare l'istituto d'arte a mia figlia Martina(la ballerina :)...)
    e ti dirò di più, sono andata per un anno pure io alla stessa scuola, nel corso serale a fare mosaico e pittura... e conto di tornarci
    Un abbraccio e buon fine settimana

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    1. Sai Vilma, quando metto mano su certe opere, quando attraverso la tecnica cerco di fermare la curva del degrado, penso a chi verrà dopo di me, di noi. Abbiamo tutti una grossa responsabilità verso le generazioni future. Il bello, l'arte, il paesaggio, l'ingegno sono valori importanti da tramandare tanto quanto il rispetto e i sentimenti ... augh :)

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  3. L'ho appena fatto. Ho firmato proprio per questa finalità sulla mia dichiarazione. E' tempo di scelte. E' tempo di dire che futuro e che paese vogliamo.
    La cultura è parte della nostra stessa identità, della nostra storia. La nostra umanità senza di essa decade e si riduce ad essere unilaterale tutta schiacciata sul presente perdendo di vista la profondità di nessi relazioni ed evoluzione storica.
    Togliere ossigeno alla cultura del nostro paese non solo è un crimine contro l'Italia e gli italiani ma contro i valori più universali
    Per questo io almeno la sento questa responsabiltà collettiva che abbiamo di non mandare in malora ciò che ci proviene dal passato in nome di una responsabilità universale. Hai fatto benissimo e parlarne e a sottolineare questo argomento.
    Il silenzio sarebbe già di per se' diventare complici di un crimine strisciante che sta andando in onda già da due decenni.
    Un caro saluto, Anto.
    Carlo

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    1. Dopo questo post non ne ho fatto altri affinché rimanesse visibile il più a lungo possibile. Io posso fare ben poco, ma quel poco cerco di farlo come posso :)

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  4. quando si hanno troppe cose sembra di non averle

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