Tra mille occhi, i tuoi.
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Tra mille mani, le tue.
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Tra mille passi
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intuire la strada che s'aprirà davanti a te.
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Tu che ci sei, inaspettata
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anche quando non ci sei
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Tu che ti perdi dentro una serata fra sconosciuti
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che t'ubriachi di sguardi sottili e pensieri silenziosi.
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Tu che attraversi mondi diversi e opposti
come il toccare infiniti porti d'una nave
che abbia una segreta destinazione.
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Metropoli d'estraneità, improvvisamente sciolte
in attimi di quasi felicità, l'intreccio dei tuoi giorni.
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Tu che attraversi i mattini affollata di apnee e respiri
e luce, come le foglie dei pioppi.
Ti guardo anche se non ti vedo
e ho imparato a vederti senza più guardarti
Così come faccio col mare.
I tuoi occhi grandi, chiusi, splendono nel sonno.
Perché sei bella, anche addormentata.
Anche perduta nella tua assenza.
Bella d’una bellezza scoscesa e altera.
Principessa d’una regione d’alture e laghi
e buie dimenticanze, quando ti lasci andare
quando fai cadere una ad una, tutte le tue difese.
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Starò bene con te nei pomeriggi d’ozio
nei lunghi pomeriggi d’oro
quando il sole gioca con le vetrate del centro
ricamando colori improbabili
nei riflessi che scendono giù dai palazzi.
Ci piacerà passeggiare.
Andare in vicoli sconosciuti
sotto anarchici portici che aspettano da secoli
il dialogo di due anime inquiete e senza regole.
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Starò bene con te
mentre parli e racconti, o ti fermi e danzi
nel ritmo orientale dei tuoi occhi
intenti ad assorbire un orizzonte.
E sarò per un attimo felice guardandoti i polsi.
La tua delicatezza, le tue dita minute…
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Scherziamo: ...no che non sei anoressica!
Non lo diventerai mai
finchè ti nutrirò di pensieri rotondi
che sanno di luna e profumo di pane
armonie di girasoli e note di canzoni
Ti guardo davanti a me
e scorgo il contorno cui somigli.
Lo stelo d'un fiore che s’inerpica in cielo
innerva la tua schiena.
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La tua follia profuma di bucato
nei tuoi capelli sugli occhi
Nube che rabbuia per scherzo
il tuo azzardo di un'ira improvvisa e lieta.
Sole rotondo alto sulla piazza
quando mi vieni incontro nel canto del tuo sorridere.
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Sei vicina, ma ancora non così tanto da portarti via
la mia anima che pesa, per indossarla di nascosto
a mia insaputa. E quì s’acquatta la paura
di dirsi cosa siamo, che cosa vediamo
cosa saremo e cosa ci porterà il viaggio
che entrambi abbiamo intrapreso,
segretamente. Senza proclami.
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Tu sai in quale tipo d’amore credo.
Un azzurro che non trova limite
ma galleggia nell’aria e fa verdi gli alberi
Che accende gli occhi degli esiliati
come il vento o l'allegria.
..
Occhi che non credono ai loro occhi...
la lucidità della follia tutta mia,
che mi fa guardare la vita
come si contemplano i pesci d'un acquario
. ..
Concerto di colori, dentro il silenzio puro e selvatico
che precede il tuono solo d'un attimo.
Oddio... se non l'avessi scritta io direi "bella che è!"
RispondiEliminaE' passato appena un pò di tempo, quel tempo necessario per poterla leggere come se fosse stata scritta da qualcun altro, e tuttavia rileggendola mi piace. Ma guarda un pò! :-))