POESIE

venerdì 26 luglio 2013

In piedi, Signori, davanti a una Donna

Per tutte le violenze consumate su di Lei, 
per tutte le umiliazioni che ha subito, 
per il suo corpo che avete sfruttato,
per la sua intelligenza che avete calpestato,
per l'ignoranza in cui l'avete lasciata, 
per la libertà che le avete negato, 
per la bocca che le avete tappato,
... per le ali che le avete tagliato,
per tutto questo:
in piedi, Signori, davanti ad una Donna.

E non bastasse questo, 
inchinatevi ogni volta che vi guarda l'anima,
perché Lei la sa vedere,
perché Lei sa farla cantare.

In piedi, Signori, 
ogni volta che vi accarezza una mano,
ogni volta che vi asciuga le lacrime come foste i suoi figli,
e quando vi aspetta, anche se Lei vorrebbe correre.

In piedi, sempre in piedi, miei Signori,
quando entra nella stanza e suona l'amore
e quando vi nasconde il dolore e la solitudine
e il bisogno terribile di essere amata.
Non provate ad allungare la vostra mano per aiutarla
quando Lei crolla sotto il peso del mondo

Non ha bisogno della vostra compassione.

Ha bisogno che voi vi sediate in terra vicino a Lei
e che aspettiate che il cuore calmi il battito, 
che la paura scompaia,
che tutto il mondo riprenda a girare tranquillo.
E sarà sempre Lei ad alzarsi per prima
e a darvi la mano per tirarvi su
in modo da avvicinarvi al cielo,
in quel cielo alto dove la sua anima vive
e da dove,
Signori,
non la strapperete mai.

(Autore anonimo)




Così come dicevi tu

eri viscere
e tumefatti colori
d'improbabile passione

come il violaceo di un livido
che ti segna la pelle
come il senso di paura
che non conoscevi prima
che ti mette in allarme
che non ti prende alle spalle
no
è già dentro te
eri
o forse ancora sei
ma ...

eri
le mie ginocchia ossute
strette tra braccia morbide
l'incrocio di lingue umide
di areole turgide
di pensieri cupi

eri
la carezza innocua del piacere
che m'accoglieva
mentre alle labbra suggerivo un sorriso
e godevo lacrime
quando pensando
mi convincevo di non pensare
e mi sentivo stupida
stupida
così come dicevi tu






mercoledì 24 luglio 2013

Si lasciano morire le parole

Si lasciano morire le parole
si lasciano cadere a terra così
che nessuno le raccoglie
così che  la polvere le vela
o così che le anatre selvatiche
cercando il loro nido
le copron di granaglie
rami secchi
o  piume

E' così è che restano
credendosi perdute
senza memoria
e senza più significato


All'arrivo della pioggia
non servirà più un nido
e le anatre riprenderanno il volo
e sarà dapprima
un luccicare breve
sotto ogni goccia
un riaffiorare d'eterno

Sotto un'incessante fatica d'acqua
ritorneranno vive
e dalla terra
alle  mani
e dalle mani
al cuore









venerdì 19 luglio 2013

Anima di albero

...con l'anima di un albero
che fa da nido al volo
sono partita per il mio
sgangherato viaggio

Viaggio
tra le torri irte
dove la quiete
ti scuote e ti consola
prendendoti alle spalle
con  un soffio sul collo
-come furtivo bacio-

Bacio liberato
mentre lascio orme da stambecco
dietro me
e alzo polvere con ali da sparviero

Con ali di sparviero
poi
ho sospinto il mio destino
di nascoste conchiglie
su impreziosite rocce di corallo
di pesci dal cuore giallo
che su  limpide scogliere di metallo
san farsi di luce
alla nascente Luna

Luna nascente che il sonno
cambi in febbre ai dormienti amanti
con occhi iridescenti
illuminami il viaggio










venerdì 12 luglio 2013

Amore a prima vista



Sono entrambi convinti

che un sentimento improvviso li unì

è bella una tale certezza

ma l'incertezza è più bella




non conoscendosi, credono

che non sia mai successo nulla fra loro.

ma che ne pensano le strade, le scale, i corridoi

dove da tempo potevano incrociarsi?




vorrei chiedere loro

se non ricordano -

una volta un faccia a faccia

in qualche porta girevole?

uno "scusi" nella ressa?

un "ha sbagliato numero" nella cornetta?

- ma conosco la risposta

no, non ricordano.




li stupirebbe molto sapere

che già da parecchio tempo

il caso stava giocando con loro.




non ancora del tutto pronto

a mutarsi per loro in destino,

li avvicinava, li allontanava,

gli tagliava la strada

e soffocando una risata

si scansava con un salto.




vi furono segni, segnali,

che importa se indecifrabili

Forse tre anni fa

o lo scorso martedi

una fogliolina volò via

da una spalla a un'altra?

qualcosa fu perduto e qualcosa raccolto.

chissà, era forse la palla

tra i cespugli dell'infanzia?




vi furono maniglie e campanelli

su cui anzitempo

un tocco si posava sopra un tocco.

valigie accostate nel deposito bagagli.

una notte, forse, lo stesso sogno,

subito confuso al risveglio.




ogni inizio infatti

è solo un seguito

e il libro degli eventi

è sempre aperto a metà.


Wislawa Szymborska

martedì 9 luglio 2013

L'invisibile cambiamento


E' una inclinazione
quella alla decadenza

L'invisibile cambiamento
è un paesaggio d'inverno
che invoca
a trattenere il fiato
per quella luce radente
che ghiaccia
come suono d'organo
nelle cattedrali

E così è
che io taccio
per non disperdere
un solo istante
del mio inverno

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Si dovrebbe, almeno ogni giorno, ascoltare qualche canzone, leggere una bella poesia, vedere un bel quadro, e, se possibile, dire qualche parola ragionevole. Johann Wolfgang Goethe

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