LUIGI PACE
TERRE MIE
Terre mie di pietre e spine
e calvari di crocevia.
Il mulattiere allunga il passo
a briglie sciolte
a morsi di pane amaro
verso una cava di pietra dura.
Terre mie di mille voci
nelle notti di lune e di gufi.
Il vento pieno di boria
riempie le vie vuote
e sibila sinistro sui tetti delle case.
Terre mie di tanta sete
di fiumare e cisterne vuote.
Si stacca dall’ombra dei muri
lo stampo di facce abituate
a mute malinconie
e sulle teste
filtra tra le brocche
la vicinanza del mare.
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