La prima cosa era la scuola che finiva, la seconda il permesso di uscire dopo cena. L'estate era semplicemente questo, insieme al brillare magico delle lucciole. Cercarle era l'estate dei miei ricordi. Un misto fra una naturale sensazione sgradevole, in fondo erano insetti e non li adoro, ed una gioia magica che nasceva da quella curiosa, intermittente luminescenza. Era un piacere unico correre in mezzo a loro. Erano così tante che a pensarci oggi sembra impossibile. Con la ingenua cattiveria dei bambini, le cercavamo come prede ambite. Chi le schiacciava tra le dita o sulle braccia, per fare suo quel luccicore e chi, come me, le infilava dentro ad un bicchiere per illuminare una notte insonne cercando di capire chi, al mattino, le liberasse in cambio di un soldino.
Filastrocca della lucciola
A gambe nude
l'estate correva
tra i campi di grano
e spargeva
come stelle cadute
le maghe innamorate
Le segnava il destino
di una vita breve
per una sola notte
amare lo sposo
amare lo sposo
dentro ad un bicchiere
Torno anche io bambina con questi versi. Proprio ieri passeggiavo in aperta campagna e come facevo da bambina ho preso una lucciola tra le mani che si chiudevano in una specie di caverna dentro la quale osservavo quella luce...che emozione pensare al passato, ai giochi di bambina a quando bastava poco per essere felice.
RispondiEliminaUn abbraccio Anto e complimenti per i tuoi versi che arrivano sempre al cuore
Vilma... Io non le trovo piu le lucciole.
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