POESIE
domenica 12 maggio 2013
Il mio lamento non è più canto d'anima ferita
Mi sono immaginata aquila
mentre volavo verso il sole
e del sole avevo la luce dentro agli occhi
e degli occhi lo sguardo dentro al cuore
e il cuore mi ha tradita
Il mio lamento
non è più canto
d'anima ferita
ma il cigolare lento
dell'ultima inferriata
serrata
tra me e la vita
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Post più popolari
-
Dopo molto tempo di assenza, sto recuperando la forza del mio amico blog: L'isola di E'riu . Per questo scrivo questo post, per ri...
-
Sta attenta esci fuori d te ma torna presto, tornati presto, tornati in mente pensati, ripensati, ripensaci copriti ben...
-
La Fresia Sin dall’antichità la Fresia è stato un fiore molto conosciuto. Tuttavia, se si vanno a studiare approfonditamente gli ar...
-
Si tratta di voragine di deviare il discorso di muoversi lontano dal rimorso un corso/un ricorso sdraiata sul mio dorso una prova co...
-
rosae rosae rosam rosa rosa rosae rosarum rosis rosas rosae rosis Rosa della g...
-
M a certe nostre sere hanno un colore che non sapresti dire sospese fra l'azzurro e l'amaranto e vibrano di un ritmo lento, ...
-
Attingo ad una sera d'autunno quando la pioggia scendeva contemporaneamente alla sera Inutile istante spalmato nel grigio di...
W. Shakespeare SONNET116

Non sia mai ch'io ponga impedimenti all'unione di anime fedeli; Amore non è Amore se muta quando scopre un mutamento o tende a svanire quando l'altro s'allontana. Oh no! Amore è un faro sempre fisso che sovrasta la tempesta e non vacilla mai; è la stella-guida di ogni sperduta barca, il cui valore è sconosciuto, benché nota la distanza. Amore non è soggetto al Tempo, pur se rosee labbra e gote dovran cadere sotto la sua curva lama; Amore non muta in poche ore o settimane, ma impavido resiste al giorno estremo del giudizio: se questo è errore e mi sarà provato, io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato. W. Shakespeare
J.W. GOETHE

Si dovrebbe, almeno ogni giorno, ascoltare qualche canzone, leggere una bella poesia, vedere un bel quadro, e, se possibile, dire qualche parola ragionevole. Johann Wolfgang Goethe
come un novello Icaro...
RispondiEliminaa sfidare il sole..
che rivelando la sua inarrivabile bellezza non ha potuto celare le ombre dissipate nel cuore umano..
il cui stridio muto scioglie le ali di quest'Icaro coraggioso e indomabile..
cui non resta che sprofondare nel mare delle sue stesse lacrime..intarsiate da gemiti accumulati di anno in anno di vano sforzo titanico..
...bastasse il sole a illuminare le ombre che si muovono furtive, inaspettate e rapide, dentro l'animo umano: saremmo tutti saggi e felici.
EliminaGrazie per essere passata di qui.
Impresionante imagen, me gusta su luz
RispondiEliminaSaludos
Un dire poetico assai significativo, espresso in belle immagini della natura
RispondiEliminaBuon pomeriggio, Anto, e un caro saluto, silvia
Anto caro amico e poeta, che mi ha amato visitati. Mi ha fatto molto eccitato. C'è un traduttore sul mio blogger. Lo so, non è molto buona traduzione. Tuttavia, ogni volta che mi vedi mi ripagherà esso. Ammiro il vostro lavoro! Abbraccio fraterno, Marco Rocca.
RispondiEliminaBella poesia. L'aquila torna a volare memoria un'estasi di libertà ...
RispondiEliminaComplimenti poeta!
Ben tornata Anto ,sentivo già la tua mancanza !
RispondiEliminaBella questa poesia ,prima una gioia infinita ,poi un cadere nella più grande tristezza dellanimo ! Brava come sempre ! Un caro saluto Bianca
ma non per questo smetterai di volare, spero...
RispondiElimina