il fitto delle foglie
dove la luce si nasconde
e se fossi io
quella natura
così certa
nel mutevole
dei rossi
fra i gialli o i bruni
se almeno
potessi
scivolare
come loro
col moto cedevole
del vento
o della caduta
e con tremule dita
potessi
io
inutile fra gli inutili
sfiorare quella luce
e farne porto
per le mie incertezze
farne respiro verde
che solleva il petto
non sarei pietra
immobile
nell'incavo della terra
né alveo di torrente
in piena perenne
Invidia per le foglie che mutano colore e aspetto con le stagioni, per i pennuti che mutano piume, per i venti
RispondiEliminache mutano direzione.Più difficile mutare animo.
Caro Costantino, è vero, assolutamente vero! Nutro una bonaria gelosia e forse anche una violacea tendente al chiaro però, invidia, per tutto quel mutare che la natura ci propone in tutto il suo cambiare. Mentre io, mi sento così fissa, stanziale. Mi fa piacere che leggi con tanta attenzione ciò che scrivo. Grazie e un saluto.
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